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lunedì 29 agosto 2016

Dorato, femminile, patinato

IL BRACCIALETTO DELLA FELICITA’
di Melissa Hill


Questo è un libro che mi ha regalato una persona che non conosco e che non ho mai visto in vita mia. Trovo il pensiero straordinariamente curioso e il gesto dolce e commovente, tanto che ho dovuto subito ricambiare con l’ultimo (per scoprire successivamente che è il primo, e che anzi sono due distinti) doppio romanzo di Murakami, Vento & Flipper, (se tu mi dai un pezzetto di te, io ti do un pezzetto di me!), quindi, a prescindere, lo considererò sempre uno dei miei volumi più preziosi.
A parte ciò…
Quando, a pagina dodici, la protagonista dice: “Una ragazza a cui non piacciano le borse deve ancora nascere, tesoro.”, ho capito che il libro non faceva per me.
Ed in effetti mi sembrava tutto troppo glamour, troppo dorato, femminile, patinato, frivolo ed eccessivamente ben confezionato per poter destare il mio interesse...
Anche se, devo ammetterlo, le descrizioni (magari un po’ tantine, per i miei gusti) possiedono un bel frasario, che non è solo funzionale, ma accurato, preciso, forte di un tripudio di aggettivi che rifuggono la ripetizione, ma riescono sempre a dare contezza di ciò che rappresentano.
Inoltre, sebbene, sì, siamo nel mezzo di un romanzo di intrattenimento, luccicoso e pseudo-romantico, la storia d’amore non comincia mai, e, per giunta, non sono tutte rose e fiori: si toccano tematiche quali il lutto e la caduta delle Torri Gemelle, l’adozione e la mancanza di una figura paterna di riferimento… Va bene, tutto resta più o meno sullo sfondo, con leggerezza, ma non esattamente con superficialità, perché spesso l’angoscia e lo smarrimento sono palpabili e inquietano.
E comunque la verità è che ci sono momenti in cui un romanzo così – fresco, poco impegnativo, scorrevole e fluido – ci può volere. Nonostante i flashback, l’ho trovato (unico vero neo) dannatamente lineare, ma non piatto. E comunque il colpo di scena finale mi ha sorpresa…
Carina anche la circostanza che, per una volta, la vicenda non ruoti attorno ad abiti alla moda, ma ad intramontabili classici vintage con una storia (benché l’idea di indossarli proprio non mi accarezzi)…
A parte ciò… l’opera avrebbe potuto essere assai più frizzante e godibile con una spruzzata di umorismo, ma pazienza.

Nel complesso è piacevole e delicata.

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