IL
RACCONTO DEI RACCONTI
di Matteo Garrone
(2015)
Non
sono sicura che il film mi sia piaciuto, ma senza dubbio l'ho trovato
interessante.
Ha
molti pregi: l'atmosfera che ti seduce da subito avviluppandoti in un
mondo fatato, fortemente simbolico, ma non esente dal male e dalla
crudeltà, che sovente sorprende e che di certo caratterizza l'opera
imprimendole una sua originale personalità; la morale di fondo, che
denuncia l'amore quando si distorce divenendo ossessione, e che di
norma proprio amore non è; la fotografia curata, l'attenzione
cromatica, la potenza delle immagini; le inclinazioni splatter e
spietate che danno colore alla trama, con variazioni grottesche e
carnacialesche, che tuttavia si mantengono in armonia tra loro, senza
esagerare; le tre storie che si intrecciano, scambiandosi
corrispondenze e significati, diversi particolari succulenti e il
cast... Il tema stesso, la fiaba, mi è congeniale, e in particolare
la circostanza che si tratti di un adattamento de “Lo cunto de li
cunti” di Giambattista Basile, che non ho letto per intero, ma che
avevo studiato con gioia al Liceo.
I
difetti, invece, si riducono a uno: la prolissità. Il film è troppo
lungo, ma soprattutto è il ritmo che in molti punti finisce per
stagnare... E che talvolta mi ha indotta, se non a sonnecchiare, a
ridurre l'attenzione. Ci si perde, infatti, e se non si arriva a
confondersi è solo perché fondamentalmente i passaggi sono
semplici, per quanto non sempre prevedibili e mai banali.
A
differenza del MPM, ad ogni modo, non ne ho patito la visione, ma se
in principio ero carica di meraviglia, entusiasta e con l'acquolina
in bocca, presto il mio sentimento si è ridimensionato, e sono
arrivata a giudicare la pellicola come complessivamente buona, ma non
eccezionale, e ciò a dispetto degli svariati elementi di
eccezionalità.
Me
ne rammarico perché ci sono diversi germogli di autentica bellezza,
che tuttavia, affiancati nella composizione generale, vengono
inglobati dalle ambizioni dell'opera, che sì, è grandiosa, ma
sarebbe risultata più incisiva rinunciando a qualche descrizione.
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