IL
REFERENDUM SULLA COSTITUZIONE: PREMESSE GENERALI
L’ho
proclamato ufficialmente nel mio post d’apertura, nel lontano 26
marzo 2013: la realtà è bandita da questo blog. Per sopravvivenza,
perché fa male (come avevo detto in allora citando il Dylan Dog dei
bei tempi andati – n. 45, Goblin – : “Il mio mondo vive di
sogni e sta morendo di realtà”) e io sono un’anima
autoconservativa e gioiosamente edonista.
Eppure
a volte faccio delle eccezioni.
Quando
l’imperativo categorico kantiano, ahimè, bussa alla porta e me lo
rende necessario, mio malgrado.
Come
oggi, con la questione del Referendum sulla Costituzione.
Perché
mi indigna.
Perché
vedo slogan ovunque che spacciano fuffa, sfruttando il malcontento
della gente, e cercano di imbrogliarla presentando una verità
falsata, una prospettiva artefatta, fomentando la disinformazione
anziché il ragionamento.
Perché
non è un Referendum semplice, ma tecnico, difficile da comprendere
davvero, con tutte le sue insinuanti implicazioni (e sottolineo
insinuanti e implicazioni), anche per chi ha studiato Diritto
Costituzionale all’Università e svolge una professione giuridica.
Mi
correggo: perché è un Referendum con quesiti confezionati ad arte
affinché non si capisca niente, frammisto a promesse allettanti che
fanno da specchietto per le allodole.
Perché
sfrutta biecamente il diffuso sentimento antipolitico che,
inevitabilmente, permea la nostra povera Nazione vituperata e
corrotta.
E,
sia chiaro, io sono una che la politica l’ha sempre rifiutata.
Se
mi si domanda perché, sono solita rispondere che mi annoia. Per
tagliare il discorso.
La
verità, invece, è che mi addolora, mi affligge e amareggia e,
giacché comunque sono impotente, in linea di massima preferisco
pascermi nell’ignoranza, votandomi al nichilismo.
Che
mi abbatte, ma che tuttavia prediligo al disgusto, alla nausea, alla
frustrazione e all’avvilimento morale.
E
alla disinformazione.
In
quanto non sempre quel che ci viene propinato tramite i Media
corrisponde a verità.
Oppure,
se preferiamo, perché la verità ha molte facce e non sempre ci
viene mostrata la stessa: piuttosto un profilo parziale, di tre
quarti, che è rappresentativo solo di ciò che si vuole mostrare (o
vedere).
Naturalmente,
quando dico politica, alludo a tutta la politica italiana, di Destra
e di Sinistra, su piccola e larga scala.
Purtroppo,
però, se faccio post troppo lunghi perdo l’uditorio, indi rimando
a domani la disamina di questa affermazione.
Nel 1948, dopo secoli di guerre e morti, l'Italia ha conquistato il suffragio universale per i corpi legislativi. Oggi propinano agli italiani di votare per togliersi il diritto di votare per un organo che resterebbe comunque legislativo con immunità parlamentare.
RispondiEliminaNO NO e NO.
Grazie per il supporto, Paolo, e per l'incisiva osservazione. Omaggi a te e malvagia consorte ;).
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