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martedì 8 novembre 2016

Un piacere puro e intellettuale

DOVE SEI MATHIAS?
di Agota Kristof


Cerco di centellinarmi le opere della Kristof, perché ormai mi rimane poco da leggere, e quel poco, per giunta, si consuma in fretta...
Questa, anzi queste, perché sono due, brevissime, sono annoverate fra opere le minori, ma sono belle e indispensabili, anche se se ne può fare a meno (tuttavia sottolineo indispensabili, non mi importa della contraddizione).
I temi sono i suoi, qui, invero meno cupi del consueto, con una diversa distribuzione fra luce e buio, ma con il suo inconfondibile stile nudo e crudo, apparentemente asettico e votato all'inesorabilità e alla vertigine.
Anche le tematiche, in particolare quella dell'infanzia e del doppio, sono quelle che la contraddistinguono.
“Dove sei Mathias?” è il racconto che dà il titolo al libro, abbastanza ermetico, da leggere come una poesia polivalente. Tiene viva l'attenzione anche se disorienta, lasciando sensazioni striscianti di non detto, che tendono a formare grumi.
Il secondo, “Line, il tempo”, è una minuscola pièce molto lapidaria, ma più semplice, più immediata, la cui conclusione è sostanzialmente prevedibile, eppure pregna di sottotesti.
Forse è vero che queste due opere non aggiungono né tolgono nulla alla produzione dell'autrice, ma il punto è che sono stimolanti, vivide e surreali.
E per me questo è più che sufficiente.
Ma non basta.
Il punto è che sono altresì il “controcanto” di “Ieri”, sempre della Kristof... Troppe sono infatti le corrispondenze e le similitudini, a partire dai nomi dei protagonisti, rispettivamente Sandor e Caroline, per continuare con la tematica dell'amore impossibile...
Quindi leggerli è anche un completamento, una diversa declinazione dell'anima.

Oltre che un piacere puro e intellettuale.

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