FINE
TURNO
di Stephen King
Ultimo
capitolo della trilogia dedicata a Mr. Mercedes, in cui non solo
tornano i buoni – Hodges, Holly e Jerome – ma anche e soprattutto
il diabolico Brady Hartsfield, ancora più infido e pericoloso, e,
questa volta, come preannunciato in “Chi perde paga”, addirittura
dotato di poteri paranormali!
Non
si sveglia nel senso in cui temevo (e che difficilmente avrei
accettato), ma combina decisamente di peggio…
Ad
ogni modo, per quanto il thriller poliziesco non sia fra i miei
generi d’elezione e questa trilogia in particolare non svetti tra
le mie opere predilette del Re, la sua conclusione risulta
soddisfacente, in linea con i tomi precedenti e con un’ottima
evoluzione dei personaggi, splendidamente indagati sotto il profilo
psicologico e fotografati in momenti diversi, ma cruciali, della loro
vita.
Nonostante
l’insistenza di certe spiegazioni (utili a conferire plausibilità
alla vicenda, ma troppo didascaliche), il ritmo è buono, l’azione
incalzante, e vengono sfruttati con perspicacia Social Network e
tecnologia… cui, finalmente, si aggiunge anche l’elemento
soprannaturale, così caro a King, sebbene in veste “realistica”
più che fantastica.
Anche
la tematica del suicidio risulta affascinante, così i legami tra i
personaggi, i richiami alle vicende precedenti (puntuali, ma che non
richiedono mai troppi sforzi da parte del lettore) e la malattia di
Bill Hodges, il modo in cui lui e Holly la affrontano e la panoramica
di comprimari che ci viene sapientemente offerta, mescolando, dunque,
in definitiva, importanti spunti di riflessione a intrattenimento.
L’elemento
migliore, però, è lo stile del Maestro che riesce ad essere
drammatico e ironico insieme, adrenalinico e intimo, dolce e feroce,
ma sempre impreziosito da un retrogusto narrativo rotondo e pieno,
che ci fa sentire la storia sulla pelle ancor prima di raccontarcela.
Rispetto
agli altri due tomi, che ho apprezzato, ma di cui non mi dichiaro una
grande fan, il terzo mi è piaciuto di più e in qualche modo mi pare
riscatti pure i precedenti…
Forse,
perché ormai, mio malgrado, mi sono affezionata ai protagonisti,
forse perché mi piace quando i cerchi si chiudono, o più
semplicemente perché, a volte è necessario essere nella
disposizione d’animo favorevole.
Se
dovessi dare un giudizio non sarebbe eccellente (per quello ho
bisogno di epicità), ma valido e di buona fattura sì!
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