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venerdì 3 febbraio 2017

Il disincanto del paradiso

I SETTE PECCATI DI HOLLYWOOD
di Oriana Fallaci


Sarà pure passato qualche decennio, ma a leggere quest’inchiesta si resta basiti: con la sua prosa umana, ma temprata nel fuoco, Oriana Fallaci ci rivela i retroscena della  Hollywood di fine anni 50, splendida e sporca, evidenziando ipocrisie, fragilità, tragedie e contraddizioni – spesso con corollari da commedia – raccontandoci di Star del calibro di Cecil B. De Mille, Elvis, William Holden, Kim Novak, Judy Garland e Jayne Mansfield. (Ad esempio. Non della Monroe, però. Questo è un tasto dolente: Oriana non è riuscita ad incontrarla, a dispetto di quel che si è scatenato per lei... Ci accontentiamo di suo marito, Arthur Miller) e di quel che c’è dietro…
Non si tratta di gossip, però, sebbene qualche amena curiosità emerga, quanto piuttosto di un’analisi disincantata che ci aiuta a scoprire che quello che normalmente favoleggiamo come un Paradiso dorato è in realtà un inferno grottesco. Il quadro che ne esce, infatti, sa di make up e desolazione interiore e rischia di condurci  (purtroppo è accaduto) dritti al manicomio… 
Tanti ne esaminiamo (attori, produttori, registi, giornaliste vipere), pochi si salvano. La prosa della Fallaci è brillante, ironica, spigliata, ma mette in luce con crudezza tutte le ombre, dipinge spaccati, ci racconta storie, analizza l’insieme e si sofferma sul contorno come sul dettaglio, insegnandoci, per reazione, ad amare le nostre esistenze squisitamente ordinarie, senza ricchezze spropositate, fama e successo… ma anche piene di affetti, di valori e di drammi proporzionati alla nostra capacità di gestione.
Ad Hollywood si fabbricano sogni, ma anche nevrosi, scandali, angosce…
Visitiamo la Chiesa delle Star e le loro case, la loro vita, o gli scampoli di essa che  costoro ci permettono di sbirciare, magari dopo un’energica lustratina. Scopriamo i loro risvolti umani (troppo umani), beceri e puritani, le loro squallide finzioni, ma anche fortuna, dolori, ambizioni, come pensano e come agiscono…
Rimaniamo incantati. Ma non vediamo l’ora di fuggire a gambe levate.

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