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venerdì 10 febbraio 2017

Le declinazioni della vita

LA CASA ROSSA
di Mark Haddon


Due famiglie, parenti stretti che si conoscono poco, una casa per le vacanze, nella campagna del Galles, tanti segreti, quasi uno ciascuno, che a furia di stare in insieme vengono fuori, e a volte deflagrano, altre vengono semplicemente affrontati.
La vicenda è interessante, seppur non in senso tradizionale (non ci sono un vero e proprio inizio e una vera e propria conclusione) ma ancor più avvincono il modo di raccontarla – a spizzichi, a brani, per piccoli passi, con una buona introspezione psicologica e qualche suggestione – e lo stile dell’autore, pacato, scarno, ma puntuale, ricco di calore umano.
La trama potrebbe infatti risolversi in un’accozzaglia di scontri e situazioni pruriginose, alimentate dal gusto del peccato e dello scandalo bigotto, ma qui le varie scelte/inclinazioni/sventure vengono invece analizzate come declinazioni della vita, che possono capitare come no, ma che non devono per forza essere foriere di condanna. Semplicemente la gente è quello che è, nel bene e nel male. Sbaglia, e non sempre per colpa. Sovente sì, e in quel caso può giusto assumersi le sue responsabilità e andare avanti cercando di migliorarsi.  
Un romanzo che scorre via veloce, che coinvolge, ma non sconvolge. Piuttosto pungola e fa riflettere, indulgendo, talvolta, sul rimpianto e sulla nostalgia, ma finalizzata alla rielaborazione e all’autoanalisi, in cui il lettore deve impegnarsi almeno quanto l’autore.
Se devo dirla tutta all’inizio i passaggi repentini dalla soggettiva di un personaggio all’altro – sempre molto brevi, oltretutto – mi spaesavano un po’, rendendomi la lettura difficoltosa.
Ma basta abituarsi per rendersi conto che questo modo di procedere è più efficace nel rappresentare la realtà poliedrica di un gruppo di individui sententi, i cui ruoli, peraltro, hanno il vantaggio di essere chiari e ben definiti.
Indubbiamente “Lo Strano Caso del Cane Ucciso a Mezzanotte”, il grande successo di Mark Haddon, è assai più peculiare, tenero, allegro, tragico e brillante. 
Qui ci sono meno effetti speciali, colpi di scena più sommessi, e siamo più vincolati alla quotidianità e all’intimismo ordinari.
Ma se non si è in cerca di un emulo, si trova un buon libro.

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