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giovedì 20 aprile 2017

Un bianco e nero incisivo

LO SCONOSCIUTO
di Magnus


Ci sono opere che vanno lette perché sono belle, altre che vanno conosciute a prescindere in quanto hanno segnato un’epoca e dopo le cose non sono più state le stesse.
“Lo Sconosciuto” rientra nella seconda categoria (anche se, per quel che ne so, la maggior parte dei frequentatori di fumetterie sarebbe lieta di annoverarla anche nella prima) e dunque è irrinunciabile.
Lo dice una a cui Magnus non piace.
Perché? 
Non lo so.
Disegna in modo magistrale: un bianco e nero incisivo, pulito, senza sbavature, con personaggi dai lineamenti marcati e corpi plastici, e un miliardo di accuratissimi dettagli in primo piano come sullo sfondo.
Certo, a me danno un po’ fastidio ste pupille dall’espressione porcina, quasi fissa, ma è una questione di gusto personale.
Lo Sconosciuto è la sua opera più nota. Sostanzialmente una corposa raccolta di  racconti con lo stesso protagonista, l’ex mercenario Unknow (senza “n” finale), versatile trasformista dai molti talenti, e variano dal thriller all’avventura, passando per spionaggio, horror e – talvolta – ricostruzione storica… Colpiscono perché – e siamo nel 1975 – i personaggi sono cattivi, Unknow incluso. Non hanno problemi ad ammazzare, rubare, tradire o far di peggio, né sono vittime del pudore (au contraire, le scene sono esplicite e disinibite). Insomma sono tipi moderni, concreti e realistici, comprese le donne, maliarde prive di scrupoli. Le trame sono articolate, stuzzicanti, imprevedibili. Non seguono un canovaccio inflazionato e percorrono strade nuove.
Inoltre, nonostante sia più vecchio di me, il fumetto pare scritto oggi e non appare invecchiato di una virgola… 
Dunque? Perché non mi piace?
L’ho detto, non lo so.
Non mi sono affezionata al protagonista, però lo trovo simpatico e dotato di spessore.
Le storie non mi avvincono, ma sono piacevoli, con spunti interessanti e tematiche degne di attenzione (salvo l’ultima: troppo verbosa).
E allora?
Boh… 
Ma non mi sono piaciuti nemmeno “Vendetta Macumba”, “La compagnia della forca” e “Milady nel 3000”.
Eppure se uno vuole considerarsi un cultore di fumetti deve leggerlo. E farsi un’opinione propria.
A questo proposito, lussuosa, lussuriosa e lussureggiante, conviene non farsi scappare l’edizione integrale di Rizzoli Lizard, dallo spettacolare formato A4…

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