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venerdì 28 aprile 2017

Tutto collima

PICCOLE GRANDI BUGIE
di Liane Moriarty


Ho finito la Mini su Sky Atlantic, Big Little Lies, quindi ho potuto leggere il romanzo da cui è stata tratta senza che MPM si sentisse tradito o abbandonato.
Ebbene, fino al sesto episodio e, in parallelo, fino a pagina 330 circa del libro, avrei dichiarato spassionatamente di preferire la Serie Tv. Le differenze mi sembravano trascurabili, la struttura simile, solo che la storia, semplicemente, mi piaceva di più raccontata attraverso la cinepresa, che con il solo ausilio delle parole, tanto più che, nel complesso, la vicenda mi risultava più panoramica, arricchita com’era da digressioni e particolari, laddove di norma accade l’inverso.
Tuttavia, conclusi entrambi, devo rivedere le mie posizioni.
Intanto, oltre alle aggiunte e alle modifiche veniali, nel prodotto televisivo sono presenti gravi omissioni che, se non arrivano a distorcere il senso della trama, comunque rendono incomprensibili alcuni passaggi, mentre altri appaiono addirittura vergognosamente sleali (l’inizio, soprattutto, e ciò che lascia intendere).
Nel romanzo, invece, tutto collima. I colpi di scena sono genuini e ben preparati e, in generale, seppur “meno artistica”, la vicenda viene costruita in modo ineccepibile, giocata sui meccanismi della narrazione, ma senza vili imbrogli.
E se fino, appunto, a pagina 330 mi è parso di rivivere la Mini raccontata da un altro affabulatore, sia pur spogliata di musiche, parentesi e con qualche ruolo scambiato, le ultime cento pagine abbondanti sono state indispensabili per colmare lacune e buchi narrativi (dall’agnizione di Jane alla reazione di Bonnie, passando per la vittima dell’omicidio, che nel libro sono perfettamente logiche e spiegabili, mentre nella serie mi sono sembrata gratuite, se non truffaldine). Questa volta, tra l’altro, è nel romanzo, che tuttavia risulta assai meno dispersivo, che fioccano i dettagli in più, descrivendo, oltretutto, l’epilogo in modo meno lirico ma più realistico, complesso e soddisfacente e spingendosi fino ad un anno dopo la serata quiz (nella Mini non si capisce perché diavolo venga chiamata serata trivia quando piuttosto pare un mix tra karaoke, cocktail party e festa in maschera, spacciata da raccolta fondi).
Al di là di ciò, e della patinatura da best seller, il romanzo è ben scritto, fluente, ma simpatico (quanto mi ha divertita l’espressione “oh, calamità!”), e i personaggi sono sfaccettati e rappresentati con efficacia, benché, bisogna riconoscerlo, dopo la Serie Tv sia quasi impossibile prescindere dalle magistrali interpretazioni delle attrici che hanno dato loro il volto, conferendo altresì a protagoniste e comprimarie nuove risonanze.

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