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giovedì 6 luglio 2017

La verità non è univoca

BLAST
di Manu Larcenet


Quattro volumi di piacere grafico, umano e contenutistico... Non importa quanto ci sia antipatico Polza, lo sgradevole protagonista, adoriamo il modo in cui la sua storia ci viene narrata. Adoriamo i disegni, nonostante quei nasi bruttissimi e i volti mostruosi, le sfumature del grigio come le esplosioni di colore, adoriamo le tecniche che si alternano, il minimalismo, il linguaggio. Il modo in cui le informazioni ci vengono centellinate, e come scopriamo a poco a poco che cosa è successo, e come, e perché, tra un'avventura, una digressione, un colpo di scena e uno schock. 
Adoriamo la trama ripartita su due piani narrativi e come Larcenet riesce ad incuriosirci e farci riflettere su tante cose, cose di cui di solito non si parla (follia, depressione, malvagità), non con una tale purezza. E come riesce a spaventarci, in modo sottile, ma perentorio, sprofondandoci nella psiche del protagonista, ma anche dei comprimari. Mostrandoci l'abisso, il vuoto cosmico, e facendoci assaporare la sua consistenza. Riempiendoci di dubbi e mostrandoci cose che mai ci sono state mostrate. Senza raccontarle. Facendocele proprio vedere, con le immagini. E sono le immagini che raccontano. Da sole. Ma non senza sostanza. Blast non è uno di quei fumetti in cui non succede niente e passi da un volo pindarico ad uno lisergico, attraverso mille suggestioni. Al contrario, capita di tutto: si susseguono delitti, epifanie, innamoramenti. E anche quelli che possono apparire come percorsi casuali, alla fine contribuiranno ad arricchire la trama.
Uno di quei fumetti che ti cambiano e che cambiano con te, che riescono ad essere lirici eppure atroci, che sono romantici, disperati, e intensi e che, soprattutto, non terminano con l'ultima pagina, ma continuano a stagnare dentro di te.
E hai voglia di ricominciarli, e anche no, perché sono morbosi, crudeli, ti infliggono disagio, ti disturbano, ti inquietano. Non mentre li leggi, magari, ma dopo, quando tornano a galla, ad esempio mentre dormi. E senti il genio. E senti la solitudine umana. L'aridità interiore. Il nulla che avanza. E forse stai delirando, oppure forse hai un Blast...
E qual è la verità?
Chi ha commesso gli omicidi? Chi l'assassinio di Carole Oudinot?
Il bello è proprio questo. 
Che la verità, quando è tale, non è univoca, ma muta a seconda di come la guardi.

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