L'ULTIMO BOY SCOUT
di Tony Scott
(1991)
Favoloso film d'azione, e favoloso proprio per questo: non ha pretese, se non quella di intrattenere. E lo fa quindi splendidamente, ma senza appiattirsi sugli stereotipi. Al contrario, (auto)ironizzando, ammiccando, sghignazzando proprio su questi, grazie ad una sceneggiatura avvincente, dotata di gran ritmo e di efficaci colpi di scena, che soddisfano anche i cultori del noir, con cui ci si diverte a giocare.
A farla da padrone sono soprattutto il duo di protagonisti, Joe Hallenbeck/Bruce Willis (in forma come non mai), alias un detective privato extraduro e ancora strafigo (non solo perché conserva ancora un po' di peluria in testa), ma dai molti problemi personali che gli conferiscono spessore, e Jimmy Dix/Damon Wayans, campione di football drogato e alla frutta cui è stata uccisa la fidanzata spogliarellista/Halle Berry... Insieme, oltre a cercare di scoprire da chi e perché, danno luogo ad una serie di siparietti, battute (a volte un po' calcate) e dialoghi frizzanti, e ancora di più quando ai due antieroi si aggiunge la figlia tredicenne di Joe, Darien, che lo odia, e... Vi ricorda qualcosa?
Sì, perché il pensiero corre al trio di protagonisti di “The Nice Guys” di Shane Black, solo che qui siamo parecchi annetti prima... Ma, guarda un po', chi è lo sceneggiatore? Proprio lui, Shane Black, che a quanto pare ha trovato la formula vincente per realizzare film adrenalinici e divertenti, un po' vecchia maniera.
Invero, però, ne “L'Ultimo Boy Scout”, per quanto manchino le splendide parentesi deliranti e surreali cui ci ha abituati Shane Black regista, l'azione scivola meglio, più concentrata su se stessa, più drammatica, libera, divertente, specie quando si affranca dall'oppressione del suo pessimismo iniziale e si scatena con la sua dinamica e irresistibile verve, che porta tutto nella direzione in cui vogliamo che vada, facendo di noi spettatori felici e contenti.
Nessun commento:
Posta un commento