GENTE
di Alan Bennett
Con questo dico basta, o almeno ci provo (mi conosco, e ritorno sempre sui miei errori, di norma per ripeterli). Il fatto è che da un po' non leggevo nulla di Bennett, che, in generale, se non mi fa sganasciare dalle risate (forse non sono abbastanza inglese), ha comunque spunti interessanti e la capacità di solleticarmi e incuriosirmi, almeno per un po'.
Questa volta, no.
Il vuoto sospinto.
Può darsi che dipenda da me – può essere così per i libri, devi avere l'umore giusto – ma, sinceramente, ritengo che non sia questo il caso.
“Gente”, una commedia, mi è parso inutile, noioso e abborracciato.
Non solo non mi ha fatta ridere, ma non mi ha nemmeno intrattenuta. E ciò benché, a leggere la trama, mi fosse parso un librino degno di suscitarmi languorini di interesse.
Che poi, ad essere onesti onesti, lo stile è, come al solito, estremamente scorrevole e qualche battuta amena c'è, ma è giusto un lampo nella notte e per lo più si respira tristezza. Sarà che io patisco i fatti al di là della cornice allegra e del tono scanzonato, ma tra povertà, zitellaggio e sconfitte personali, a me, davvero, più che altro viene la depressione. Quindi, sapete che vi dico? Sciopero!!!
Il post finisce qui.
E, lo ribadisco, per un po' basta Alan Bennett.
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