DOPO DI TE
di Jojo Moyes
Il seguito di “Io Prima di Te”.
Eppure questo post ero convinta di averlo già scritto... Mesi e mesi fa, tra l'altro, appena finito il libro. Ma sul blog non c'è, indi deduco sia andato perduto con il decesso della mia fida chiavetta a forma di tartaruga decapitata, quella che conteneva tutte le riserve da pubblicare quando non ho l'ispirazione (sigh!). Sia come sia, et voilà, la recensione:
Insomma.
Sì, tutto lì.
Non era questo che avevo buttato giù la prima volta, benché neanche allora fossi particolarmente entusiasta, ma col tempo le cose cambiano e sovente si fanno più amare. Il punto è che ci fa piacere ritrovare Louisa Clarke e i suoi familiari – e ancora di più dare una bella stoccata a quell'idiota del suo ex – ma, da un lato, Will ci manca da pazzi, dall'altro... beh, manca anche un bel po' di altra roba. La storia, vagamente insulsa, appare forzata, oltre che eccessivamente deprimente, e in molti punti sembra che non vada da nessuna parte. Quando finalmente comincia a svilupparsi lo fa in modo banale, senza farci né ridere né piangere, ma al più provocandoci qualche sbadiglio. La stessa Louisa – che ricordo come disastrata, ma simpatica e piena di verve – è esasperante in certi suoi comportamenti e davvero troppo votata alla sofferenza gratuita. Perché, soldi o non soldi, opportunità o meno, a vivere, come l'aveva invitata a fare Will, pare proprio non essere capace. E, per quanto capisca il dolore e l'assenza – in certi passaggi resi molto bene – al contempo mi dico: Louisa Clarke, non ti meriti niente! E poi c'è la ragazzina... Ecco questa trovata mi pare proprio tirata per i capelli. Anche se, in effetti, con lei, almeno, qualcosina si vivacizza. Per il resto, nonostante lo stile leggero della Moyes, la lettura si è rivelata faticosetta e più volte ho arrancato. So che è uscito un terzo volume... Tuttavia, nonostante il mio feticismo da nerd e il mio intrinseco bisogno di completezza, dubito fortemente di volerlo leggere.
E, tutto sommato, vorrei non aver letto neppure questo, perché mi ha guastato il buon retrogusto che aveva lasciato il volume precedente.
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