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giovedì 19 luglio 2018

Passaggi epici e descrizioni bellissime

INSOMNIA
di Stephen King


L'ho letto mille anni fa, appena uscito, ma in qualche modo mi è rimasto nel cuore.
Di per sé non è uno dei migliori King, la trama è prolissa, il ritmo ondivago. Ma vanta il massimo pregio che può avere un romanzo dello Zio Stevie: si collega alla mitologia della Torre Nera, anzi, ne è parte integrante, introducendo Patrick, un personaggio fondamentale per il dipanarsi delle vicissitudini di Roland, di cui incrementa il sostrato immaginifico con Intento e Caso, occhieggiando altresì, con i “Dottorini Calvi”, alle Parche greche.
Personalmente mi basta questo – e ancor più mi bastava allora, che ancora non erano stati scritti i capitoli finali della Saga più bella di sempre– per essere felice. Anche perché non si tratta  di qualche fugace accenno, ma del motivo portante della storia.
E poi, sì, c'è il tema dell'insonnia, che da sempre mi tocca da vicino (pur senza avermi mai omaggiata di poteri paranormali).
Al di là di ciò, ricordo di aver comunque voluto bene al protagonista – cosa importantissima – Ralph Roberts, che, tra l'altro, non è il solito adolescente problematico in cui immedesimarmi (per cui l'affetto viene facile), quanto piuttosto un anziano signore rimasto vedovo. Insomma, in teoria non proprio il mio tipo. Eppure lo è. Eppure Ralph Roberts mi ha lasciato qualcosa che non è mai sparito.
E mi è piaciuta pure la trama, in realtà. Capisco che “a questo livello della Torre” possa non essere coinvolgente per tutti – chi non conosce il Medio-Mondo rischia una gran confusione – ma ci sono passaggi epici, descrizioni bellissime, sentimenti intensi, e sviluppi inaspettati.
E poi siamo a Derry, il paese di “It” e reincontriamo Mike Hanlon, per tacere della circostanza che il romanzo è zeppo di altre citazioni e ammiccamenti kinghiani.
Immancabile. Ma non da leggere per primo.

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