I MEDICI
Mi riferisco alla serie televisiva, e in particolare alle prime due stagioni: “Masters of Florence”, incentrata su Cosimo (Richard Madden), figlio di Giovanni (Dustin Hoffman) e padre di Piero, e “The Magnificent”, su Lorenzo il Magnifico (Daniel Sharman), figlio di Piero/Julian Sands, anche se, in realtà, trattasi di un racconto corale, con molti protagonisti e molti comprimari.
Orbene, sono entusiasta. E sì che nel 2016, quando MPM mi aveva proposto i primi episodi li avevo bocciati... Fortuna che il Ragno mi ha costretta al ravvedimento! Fortuna perché mi è piaciuto pressoché tutto: dalle algide sonorità della sigla iniziale, che si innalzano lentamente sino a divenire incalzanti e tracimanti di passione, alla ricostruzione storica scrupolosa e alle tematiche fondanti della serie, che pongono innanzi a tutto la famiglia, la cultura, e l'amore per Firenze. Inoltre adoro i personaggi, tra cui spiccano tante facce conosciute (c'è chi viene da “Il Trono di Spade” e chi da “Il Miracolo”...), quasi tutti, donne incluse, dotati di un carattere forte e focoso. Adoro Marco Bello/Guido Caprino, ruvido e sanguigno, Cosimo, disposto ai compromessi, ma bramoso di redenzione, e Lorenzo/Stuart Martin, il suo impetuoso fratello. Ma la mia prediletta è Contessina/Annabel Scholey – sì, questo è il nome proprio – fiera e saggia, col coraggio di una leonessa, benché a volte paia troppo giovane vicina alla nuora Lucrezia/Valentina Bellé, che, dal canto suo, è brava, ma fa delle espressioni, misericordia, che spesso ricordano Clarabella di Topolino.
La Serie trasuda abbondanza: di colori, di dettagli, mentre la trama, appena un poco romanzata, è coinvolgente e magnetica (oltre ai Medici ci troviamo Brunelleschi/Alessandro Preziosi – il più incisivo e penetrante – Botticelli, Poliziano...). Solo al principio della seconda stagione, a decenni di distanza, ci troviamo un po' spaesati. Rimpiangiamo i vecchi protagonisti, non sembrandoci i nuovi (compreso Sean Bean/Jacopo Pazzi, che pure poi si rivelerà più fosco di Albizzi) all'altezza dei precedenti. Specie Lorenzo, carino, gentile, ma non abbastanza carismatico. Ma è solo questione di affezionarci, ed anzi, forse la seconda serie ci piacerà più della prima, grazie alla morale luminosa, più umana, improntata alla correttezza. E alla conclusione, così ricca di pathos e di trepidazione. E adoreremo Lorenzo/Daniel Sharman, col suo equilibrio e la sua rettitudine, e Giuliano/Bradley James con le sue intemperanze e la sua vitalità, e Jacopo, untuoso e bestiale, e Francesco/Matteo Martari, tenebroso e crudele, nonostante i suoi cambi di idea. Fino a che non matura la congiura, che un po' ci riporta alle Nozze Rosse di Martin, ma che è preparata con maggior pazienza e ha un sapore meno favolistico, sia pure egualmente cruento.
E' in cantiere una terza stagione... speriamo non deluda.
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