ELEVATION
di Stephen King
Dedicato a Richard Matheson, è sostanzialmente la versione in kilogrammi di “Tre Millimetri al Giorno”: il protagonista, infatti, anziché scorciarsi in millimetri perde progressivamente peso (pur senza dimagrire e a prescindere da ciò che mangia o porta su di sé).
La trama, quindi, è tutto fuorché originale, ma il racconto – brevino, per quanto spalmanto su quasi duecento pagine – è comunque interessante. Non tanto sotto il profilo fantascientifico, quanto piuttosto, come sempre capita con il nostro Zio Stevie, per gli aspetti umani (non derivativi, ma kinghiani al 100%). Magari un po' troppo diluiti, è vero, ma capaci di stimolarci sotto la superficie.
Tra una pesata sulla bilancia e l'altra, dunque, si parla di pregiudizi (non di tipo razziale), di integrazione, amicizia e di buon vicinato, come pure delle tristi mentalità delle piccole città stile Castle Rock (ovviamente), per vincere le quali, tuttavia (e in questo messaggio, a mio avviso, sta la vera cifra dell'opera) a volte bastano un po' di buon senso e una mano tesa. Oltre, s'intende, alla voglia di afferrarla, quella mano e all'occasione giusta in cui porgerla.
Peraltro, Runners o non Runners, anche la parte dedicata alla maratona rifulge di elegiaca bellezza, e così le descrizioni sul cibo (che voglia di assaggiare la cucina di Missy...).
Per il resto, gli ingredienti sono sempre quelli tipici del Re: una buona prosa, spruzzata di ironia, e un'ottima caratterizzazione dei personaggi. In questo caso, di Deirdre su tutti, a dispetto, o forse proprio grazie, alle sue asprezze iniziali.
Non indimenticabile, ma certamente gradevole.
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