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giovedì 21 marzo 2019

Una carnevalata di orrori

AMERICAN HORROR STORY - APOCALYPSE


Wow. 
Non dico che sia perfetta, e comunque la mia preferita rimane Asylum, ma questa ottava stagione è stata senz'altro una gradita sorpresa. Intanto perché mi attrae l'argomento, e poi perché riprende le fila di Murder House, la prima stagione, di cui è il seguito, con il piccolo virgulto demoniaco divenuto adulto. Ma è il seguito pure di Coven, di cui ritroviamo le streghe più significative, e ci sono riferimenti vari ad Hotel.
Quindi accade non solo che ritroviamo vecchi personaggi – tra cui la nostra Constance/Jessicona Lange – ma che li vediamo persino interagire tra loro. 
Non solo. L'intreccio è quasi rivoluzionario, nel senso che si metamorfozizza di continuo, creando, effettivamente, delle rivoluzioni interne di contesti e di atmosfera, arrivando a resuscitare personaggi defunti – anche nelle passate stagioni – e a mutare prospettiva. Insomma, si parte in un modo, poi si cambia tutto, e si ricomincia la storia da quattro anni prima, per ricongiungere al meglio tutti i fili della trama. E vediamo gli stessi attori interpretare più ruoli, cambiare carattere, se non fisionomia, ci beiamo delle allusioni e delle strizzate d'occhio, e, in breve, veniamo galvanizzati dalla certezza che tutto può accadere e, anche quando ci pare scontato, non è detto che lo sia. Per il resto, solito guazzabuglio di roba buttata nel calderone: c'è di tutto, dall'Anticristo ai fantasmi, dall'Intelligenza Artificiale alle già menzionate Streghe, passando per gli Scienziati Pazzi Nerd... in una carnevalata di orrori. Ma se nelle prime puntate l'atmosfera è pesante e grottesca, pressoché priva di redenzione, presto viene rischiarata da un barlume di luce, che ci guida verso la conclusione. 
Una gazzarra malsana ed esagerata?
Sì, ma divertente.

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