BEZIMENA. ANATOMIA DI UNO STUPRO
di Nina Bunjevac
Non proprio un fumetto, più un volume illustrato.
In cui c'è l'anatomia promessa dal titolo, ma, per fortuna, più in senso mentale, concettuale, che fisico, sebbene non edulcorato.
Ma, soprattutto, dove ci aspetta un totale stravolgimento di ruoli.
Perché il punto di vista è quello della vittima, ma pure quello del carnefice.
Però soltanto se vogliamo appiccicare a tutti i costi delle etichette.
Altrimenti le parti si confondono, si sovrascrivono, in un ciclo onirico che riverbera profondità. Che restano. E che, dopo l'immersione, lasciano rimorsi, e dubbi, ma anche una sorta di ricchezza che ci indurrà a puntare meno velocemente il dito contro lo stupratore.
Che, tuttavia, punteremo lo stesso, perché non possiamo non farlo.
Un'opera relativizzante, empatica, sottile, edificata su assoluti che franano, e fatta di bellezza – in primis quella delle illustrazioni, potentissime quanto eleganti – di instabilità, di forze inconsce e di tensioni irrisolte, di inquietudini e disagio, filtrate attraverso la base classica che ne costituisce il punto di partenza.
La Bunjevac è la stessa di Fatherland – Educazione di un terrorista (si veda post del 14 aprile 2017), che già era un capolavoro, ma qui ha superato se stessa. Per scorrevolezza, ritmo, e per capacità narrative.
E la trama è cruda, ma non così tanto.
Irrinunciabile.
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