LIBRO DEL CIELO E DELL'INFERNO
di
Jorge Luis Borges e Adolfo Bioy Casares
Opera
multiforme, onirica, divertente, squisitamente soggettiva, ma anche
sagace e sognante...
Culturalmente
divertente, spesso assurda, improntata sulla mai irrispettosa
varietà, sull'erudizione e sulle strizzate d'occhio, a tratti
permeata da risonanze psicologiche... Insomma, un milione di cose
insieme!
Come
ci informano gli autori nel prologo, è un'antologia necessariamente
incompiuta, ma per questo ancora più stimolate!
Consiste
in una raccolta di brani famosi, saggi, fiabe, poemi, ma anche di
pseudobiblia, tra i cui autori, ad esempio, figurano personaggi di
racconti di Borges (che, decisamente, se la spassa)...
Si
spazia fra le varie tradizioni e mitologie (cristiana, norrena,
ebraica, greca, araba...), soffermandosi sui cataloghi di inferni e
paradisi (più didascalici e meno avvincenti, ma ugualmente
interessanti), alternando osservazioni spirituali e riflessioni
filosofiche, più o meno ciniche, di lunghezza diversa.
Il
top si tocca con “Avvenire sferico” di I. A. Ireland (altro
autore fittizio), logicamente ineccepibile, eppure foriero (per la
gioia degli autori, che si fanno delle grasse risate) di adorabile
non sense.
Anche
se di norma non amo riportare i brani, per questo faccio
un'eccezione, perché davvero meritata (è a pag. 88 del libro):
“Il
Giorno del Giudizio Universale, le porte del Cielo si apriranno ai
beati. Ed essi vi entreranno rotolando, giacché saranno resuscitati
nella forma più perfetta: quella sferica. Così rivela Origene.”
In
conclusione, e per onestà intellettuale, però mi tocca trascriverne
anche un altro dal contenuto più elevato, che faccia da contraltare
al primo: “Preghiera di una santa” di 'Attar, Memorie dei Santi,
XII Secolo (pag 25 del libro):
“Signore,
se ti adoro per timore dell'Inferno, bruciami all'Inferno, e se ti
adoro perché spero il Paradiso, escludimi dal Paradiso, ma se ti
adoro per te stesso, non negarmi la tua bellezza eterna.”
Consigliato.
E
non solo perché amo follemente Borges.
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