Se ti è piaciuto il mio blog


web

mercoledì 4 marzo 2015

Quel freddo senza speranza

FORTITUDE

Secondo il Mio Perfido Marito io ho una propensione per le serie lente in cui non si capisce niente. Può darsi che sia vero, perché in effetti sono quelle che più di tutte riescono ad incuriosirmi. Con “Fortitude” siamo a metà stagione (in totale gli episodi saranno 12), quindi è possibile che presto i nodi vengano al pettine (qualche mistero si comincia ad intuire fin d'ora) e che le contraddizioni divengano l'altra faccia della logica, ma non posso negare che al momento ci siano parecchi punti oscuri, ed infatti mi sta avvincendo tantissimo!
Mi piacciono: l'atmosfera rarefatta della regione artica; quel freddo senza speranza, che ti gela le ossa e l'anima e che amplifica il tempo e lo spazio, sin quasi a dissolverli, ricostruendoli in una dimensione nuova, con esigenze altre, permeate dal sublime e dal silenzio; la piccola comunità fuori dal mondo con le sue regole a parte (se per qualunque necessità si vuole tornare nel continente bisogna chiamare l'elicottero) e che, naturalmente, è sempre vissuta in una bolla di apparente tranquillità... come in una di quelle pallette di vetro in cui, quando le scuoti, precipita la neve; il pericolo costante dato dagli orsi polari (guai a girare senza armi!); il modo con cui viene costruita la trama, che ammassa quesiti su quesiti, lasciando ipotesi sospese, più che fornire risposte e che, in un certo qual senso, si frammezzano al ghiaccio perenne e poi si sommano ad altre piccole stranezze, a volute incongruenze... ma, forse, ciò che apprezzo di più, come sempre nelle serie riuscite, sono i personaggi, meravigliosamente “chiaroscurati”, quasi tutti biechi peccatori...
Intendiamoci, non ce n'è uno che mi sia simpatico (con l'eccezione di Eugene Morton alias l'eclettico Stanley Tucci, ossia il motivo che ha spinto il MPM a propormi questo telefilm, che, peraltro, non è del paese), ma sono così “veri”, così “brutti”, così lontani da quella sterile patinatura americana che ce li fa apparire tutti uguali e privi di spessore, rea di farceli sentire come immensamente distanti!
Al centro della vicenda, come spesso avviene, un omicidio.
Ma forse non solo uno, e in più dei reperti misteriosi, fossili, e un'epidemia che va diffondendosi. E intanto – e prima, e non solo dopo, come di solito accade, quasi che la rete degli avvenimenti avesse cominciato a spiegare i suoi rotoli di seta in anticipo, rendendo il tutto inevitabile – noi possiamo sbirciare nelle vite degli altri: negli amori non corrisposti, nei tradimenti, nei sensi di colpa, nei tormenti di questo piccolo microcosmo (715 abitanti) in cui noi saremo sempre degli intrusi.
Come Morton, appunto, detective inviato da Londra (in questi casi, come in “Twin Peaks”, “Top of the Lake”, “Broadchurch”, etc., c'è sempre un detective che viene “dalla grande città”) e accolto con diffidenza, se non addirittura ostilità. Eppure capiamo subito che è uno in gamba, più avanti di noi, un poco sopra le righe, e che di lui ci possiamo fidare...

P.S.
Nel cast anche Christopher Eccleston, ex Doctor Who, e qualche altra chicca per i regolari fruitori di Serie Tv!

Nessun commento:

Posta un commento