SARIA
1 e 2
di
Jean Dufaux, Paolo Eleutieri Serpieri e Riccardo Federici
Venezia. Non la nostra, una a metà fra futuro e passato, in cui ancora governano i dogi, ma non c'è alcuna verità storica: “solo” immaginazione, potente e fantasmagorica, dal sapore esoterico, misterioso e soprannaturale.
Il
prinicipe Asanti,
ormai agonizzante, consegna alla figlia Saria (naturalmente
bellissima) le preziose Tre Chiavi: una si apre sul nulla, le altre
conducono rispettivamente all'inferno e al Paradiso. Manco a dirlo,
la detenzione di queste è pericolosa: sulle loro tracce l'angelo
Galadriel
(che
ci ricorda più un demone) e il doge di Venezia, spietato e
malvagio...
C'è
tanto di già sentito, ma anche tanto di originale: epicità,
avventura, bellezza e mostruosità, crudeltà ed eroismo, mescolati
in un'ambientazione steampunk, in una trama che è piacevolissima da
leggere, raccontata con il tipico stile dei fumetti franco-belga...
Certo,
a colpire sono soprattutto i disegni: plastici, intensi,
magniloquenti, dettagliati e con una colorazione perfetta!
Nel
secondo tomo Federici sostituisce Serpieri, ma lo fa egregiamente, in
un trionfo di visionarietà e morbidezza... e se, pur apprezzando
Dufaux dai tempi di “Murena”, in principio avevo l'acquolina in
bocca soprattutto per via dell'autore di “Druuna”... alla fin
fine Federici mi ha entusiasmata persino di più, per la sua maggior
dinamicità!
Le
tavole di entrambi, ad ogni modo, sono meravigliose ed ogni vignetta
pare un quadro incorniciato sulla pagina... Da avere.
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