IL
PRIMO ANNO DI MATRIMONIO DI WILLIAM WALKER
(a
horror story)
di
Matt Rudd
Non
è un romanzo horror, eppure lo è: disperato e leggero,
romanticocinico, autobiografico q.b. – per quanto inventato –
divertente, e, sovente, foriero di preziosi consigli, nonostante la
squisita (e a volte un po' eccessiva... eppure no) tendenza al
delirio.
Il
paragone con Bridget Jones sorge spontaneo, e se così non fosse
viene comunque suggerito dalla copertina. In effetti gli elementi
comuni non sono pochi: la narrazione diaristica, l'umorismo british,
con picchi di assurdo, gli efficaci tempi comici (non siamo al
livello eccelso della Fielding, ma nemmeno ne siamo lontani, anzi, in
alcuni punti trattenere il sorriso è impossibile!), la professione
del protagonista... solo che, finalmente, abbiamo il punto di vista
di un masculo!
Non
di uno particolarmente virile, va bene, ma chi li vuole, poi, quelli
veramente virili? Il modello William Walker (intellettualoide, un po'
schizzato, simpatico, premuroso, tenero e autoironico, con qualche
momento di svergognata e goffa idiozia) è decisamente meglio!
In
più, altra differenza rispetto a Bridget, William non è
disperatamente single, ma felicemente sposato con l'amore della sua
vita! Solo che non saranno ugualmente tutte rose e fiori quelle cui
la coppietta andrà incontro!
Un
po' perché, semplicemente, la vita va così... Un po' per sfiga, un
po' perché il nostro ha “un problema con la gestione della rabbia”
(ma non l'avremmo anche noi, al suo posto?), un po' perché... eh, ma
qui svelo il colpo di scena finale!
Di
cui, sinceramente, non c'era bisogno.
Non
perché dia fastidio (tutto considerato ci sta, e spiega molte
bizzarrie... e quella surrealtà esagerata che sovente fa capolino si
amalgama bene col buffo contesto di fondo e crea un climax niente
male, legato soprattutto alla “storia contenitore”), ma perché
il libro si reggeva lo stesso e meravigliosamente sulle semplici
sventure della quotidianità, che sono quelle di ognuno di noi, in
fondo, e di cui è sempre bello poter ridere con qualcun altro!
Lo
stile, poi, è delizioso, talvolta lapidario, talvolta impreziosito
da amene digressioni (che, se opportunamente filtrate, possono
persino rivelarsi utili: ai maschietti quanto alle femminucce). Non
sempre le condivido e alcune mi sembrano addirittura folli... ma poi
mi guardo attorno, e capisco che non è esattamente così...
C'è
qualche calo di tensione ogni tanto, ma perdonabile, e poi forse
dipende dal fatto che ho letto tutto di seguito, da brava ingorda!
Carinissimi
anche i disegni stilizzati all'inizio di ogni capitolo, e le
citazioni d'apertura...
E
la conclusione, in fin dei conti, non è nemmeno così disperata come
lasciava presagire il sottotitolo! Per fortuna, perché c'è stato un
momento in cui ho pensato che la tensione mi uccidesse per la brama
di sapere!
Curiosità:
pare ci sia pure un seguito... Che mi propongo senz'altro di leggere!
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