IL
PARADISO PERDUTO
di John Milton
Forse
non sarà il mio poema epico preferito (impossibile battere Dante nel
mio cuore), ma è di sicuro quello con il protagonista che più di
tutti amo: Lucifero, l'Angelo Ribelle...
E
l'orgoglio sarà pure un peccato, ma... quanta maledetta figaggine!!!
Lo
so, Milton si rivolterebbe nella tomba a sentire parlare così (il
suo scopo, dopo tutto, non era esaltare lo dimonio, ma la
Provvidenza), ma io che ci faccio se Satana è carismatico e
seducente mentre Dio è un odioso tiranno?
Solo
una misera mortale sono! E adoro William Blake, che a riguardo ha
diverse opinioni succose (tra gli altri capolavori, ci ha regalato il
bellissimo poema “Milton”), argute, e magari un pelino
reazionarie (o no?)... Per tacere del fatto che tutta la mia
“personale mitologia narrativa” trae l'ispirazione principale
proprio da “il Paradiso Perduto”...
Perduto
due volte, oltretutto, prima da Satanasso e poi – l'Eden – da
Adamo...
La
trama,
infatti, è essenzialmente doppia: da un lato, la storia di Satana,
appunto, già sconfitto in seguito alla ribellione a Dio, fomentata
dall'invidia verso Adamo (e ci credo: perché il più bello fra gli
angeli dovrebbe inchinarsi dinnanzi ad un misero uomo appena creato?)
e, dall'altro lato, la caduta di Adamo stesso e di Eva, e proprio ad
opera di Satana che brama vendetta...
Per
essere un poema epico del 1600, devo dire che le parti “noiose”
sono molto poche, quelle esaltanti invece... quasi tutte!
John Milton nella caricatura del nostro vignettista
Interessante
anche la reinterpretazione di Milton riguardo a svariate vicende (ad
esempio, il motivo che porta Adamo a mangiare la mela... non proprio
quello “classico” o l'evoluzione della “vera” dannazione di
Lucifero) e, soprattutto, la ribaltabilità dei concetti di Bene e
Male... E qui fioccano le interpretazioni e le riflessioni, cui
rimando, perché come spesso ribadisco, io sono solo una lettrice
autodidatta e avida, non una critica, e per giunta ho letto l'opera
in tempi ormai remoti... Garantito, però, che c'è da leccarsi i
baffi, perché ogni verità espressa è multiforme e foriera di
svariate implicazioni e di dilemmi etici, religiosi, psicologici e
persino storici...
Per
il resto, sempre da mera lettrice, ricordo le meraviglie riferite
alla costruzione della trama, alle simpatiche trovate che ogni tanto
fanno capolino (Satana abita in un palazzo che si chiama
Pandemonio...), all'eroismo “preromantico” alla base di molte
decisioni difficili e irte di conseguenze, e alla stessa
reinterpretazione di Adamo ed Eva (nonostante il solito maschilismo
di fondo, ma siamo quasi quattro secoli fa, possiamo scusarlo) che
hanno scoperto il sesso già prima di papparsi la mela.
Infine,
come
dicevo in apertura, c'è l'immensa, dannata figaggine di Satana, che
quando propugna che è meglio regnare all'Inferno che servire in
Paradiso, ci dà lo sballo supremo... Sebbene Neil Gaiman (mi pare in
“Sandman, La stagione delle nebbie”), a riguardo, ci offrirà un
punto di vista diverso...
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