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mercoledì 25 marzo 2015

Quanta maledetta figaggine!!!


IL PARADISO PERDUTO
di John Milton
 
 
Forse non sarà il mio poema epico preferito (impossibile battere Dante nel mio cuore), ma è di sicuro quello con il protagonista che più di tutti amo: Lucifero, l'Angelo Ribelle...

E l'orgoglio sarà pure un peccato, ma... quanta maledetta figaggine!!!

Lo so, Milton si rivolterebbe nella tomba a sentire parlare così (il suo scopo, dopo tutto, non era esaltare lo dimonio, ma la Provvidenza), ma io che ci faccio se Satana è carismatico e seducente mentre Dio è un odioso tiranno?

Solo una misera mortale sono! E adoro William Blake, che a riguardo ha diverse opinioni succose (tra gli altri capolavori, ci ha regalato il bellissimo poema “Milton”), argute, e magari un pelino reazionarie (o no?)... Per tacere del fatto che tutta la mia “personale mitologia narrativa” trae l'ispirazione principale proprio da “il Paradiso Perduto”...

Perduto due volte, oltretutto, prima da Satanasso e poi – l'Eden – da Adamo...

La trama, infatti, è essenzialmente doppia: da un lato, la storia di Satana, appunto, già sconfitto in seguito alla ribellione a Dio, fomentata dall'invidia verso Adamo (e ci credo: perché il più bello fra gli angeli dovrebbe inchinarsi dinnanzi ad un misero uomo appena creato?) e, dall'altro lato, la caduta di Adamo stesso e di Eva, e proprio ad opera di Satana che brama vendetta...

Per essere un poema epico del 1600, devo dire che le parti “noiose” sono molto poche, quelle esaltanti invece... quasi tutte!
 
John Milton nella caricatura del nostro vignettista

Interessante anche la reinterpretazione di Milton riguardo a svariate vicende (ad esempio, il motivo che porta Adamo a mangiare la mela... non proprio quello “classico” o l'evoluzione della “vera” dannazione di Lucifero) e, soprattutto, la ribaltabilità dei concetti di Bene e Male... E qui fioccano le interpretazioni e le riflessioni, cui rimando, perché come spesso ribadisco, io sono solo una lettrice autodidatta e avida, non una critica, e per giunta ho letto l'opera in tempi ormai remoti... Garantito, però, che c'è da leccarsi i baffi, perché ogni verità espressa è multiforme e foriera di svariate implicazioni e di dilemmi etici, religiosi, psicologici e persino storici...

Per il resto, sempre da mera lettrice, ricordo le meraviglie riferite alla costruzione della trama, alle simpatiche trovate che ogni tanto fanno capolino (Satana abita in un palazzo che si chiama Pandemonio...), all'eroismo “preromantico” alla base di molte decisioni difficili e irte di conseguenze, e alla stessa reinterpretazione di Adamo ed Eva (nonostante il solito maschilismo di fondo, ma siamo quasi quattro secoli fa, possiamo scusarlo) che hanno scoperto il sesso già prima di papparsi la mela.

Infine, come dicevo in apertura, c'è l'immensa, dannata figaggine di Satana, che quando propugna che è meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso, ci dà lo sballo supremo... Sebbene Neil Gaiman (mi pare in “Sandman, La stagione delle nebbie”), a riguardo, ci offrirà un punto di vista diverso...

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