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venerdì 13 marzo 2015

Una riflessione sul lutto


THE RETURNED
di Jason Mott
 
 
Jacob è morto nel 1966, affogato.

Aveva otto anni.

Oggi ritorna dai suoi, Harold e Lucille Hardgrave, ormai anziani, e ha ancora otto anni, identico a com'era il suo ultimo giorno di vita.

Non è il primo morto che ritorna (il primo Redivivo), nemmeno nella nostra piccola cittadina americana. Il fenomeno, infatti, coinvolge il mondo intero, e non sempre è facile gestirlo: né a livello individuale, né a livello di politica mondiale... e spesso emergono isterismi di massa, paure, domande senza risposte e dolore. Troppo. Per il rinnovato cordoglio, per la fatica di accettare una realtà così assurda, così innaturale, perché non si conoscono né scopi né spiegazioni… Ma a volte i ritorni vengono accolti come seconde occasioni. Che, però, non tutti hanno, o non tutti vogliono avere...

La Serie Tv “Resurrection” vi si ispira, ma è come se non c'entrasse nulla. La questione non è data tanto dalla storia – che è diversa: come sempre la trasposizione televisiva è più complessa, con più personaggi e molte tracce e sottotrame parallele – quanto dal sottotesto.

Il telefilm è classificabile come fantascienza mescolata a drammi familiari, cogitazioni e azione. Il romanzo è condito allo stesso modo – con meno segreti e meno misteri – ma è soprattutto una riflessione sul lutto e su come affrontarlo, uno studio antropologico, individuale e generale, sulla morte e, se vogliamo, sulla tolleranza e sull'amore (e c'è persino qualche eco “nazista”).

E' intimo e profondo, pur non riuscendo ad azzannarti il cuore: ci sono punti in cui appare troppo ponderato, troppo placido e descrittivo. C'è della pesantezza, intorno alla storia, della dolcezza rarefatta, e a tratti affiora l'odio. Ma è come se mancasse qualcosa... una scintilla, forse. O un personaggio da amare incondizionatamente. Non che quelli che ci sono siano brutti... è solo che restano dei personaggi, appunto, senza riuscire ad elevarsi oltre alla dimensione meramente cartacea.

Bellissima, tuttavia, la spiegazione finale (che nella Serie Tv manca) sul perché ci siano persone che tornano e altre no. Potrà non soddisfare i più, ma costituisce il paradigma del romanzo, e, per quanto mi riguarda è coerente e onesta: la sola possibile per non “barare”...

Da sola vale l'acquisto, così come l'idea di base e alcune interessanti trovate nel mezzo, senza contare, che, comunque, la lettura è piacevole e fluida, e che l'argomento è davvero stimolante e meriterebbe ulteriori approfondimenti.

2 commenti:

  1. Certo che venerdì 13 più che "una riflessione sul lutto" non potevi postare ;-)

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  2. Gné! Gné! Il 13 è il mio numero preferito, e adoro il venerdì! Il post di oggi è assolutamente casuale. Saluti!

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