THE
RETURNED
di Jason Mott
Jacob
è morto nel 1966, affogato.
Aveva
otto anni.
Oggi
ritorna dai suoi, Harold e Lucille Hardgrave, ormai anziani, e ha
ancora otto anni, identico a com'era il suo ultimo giorno di vita.
Non
è il primo morto che ritorna (il primo Redivivo), nemmeno nella
nostra piccola cittadina americana. Il fenomeno, infatti, coinvolge
il mondo intero, e non sempre è facile gestirlo: né a livello
individuale, né a livello di politica mondiale... e spesso emergono
isterismi di massa, paure, domande senza risposte e dolore. Troppo.
Per il rinnovato cordoglio, per la fatica di accettare una realtà
così assurda, così innaturale, perché non si conoscono né scopi
né spiegazioni… Ma a volte i ritorni vengono accolti come seconde
occasioni. Che, però, non tutti hanno, o non tutti vogliono avere...
La
Serie Tv “Resurrection” vi si ispira, ma è come se non
c'entrasse nulla. La questione non è data tanto dalla storia – che
è diversa: come sempre la trasposizione televisiva è più
complessa, con più personaggi e molte tracce e sottotrame parallele
– quanto dal sottotesto.
Il
telefilm è classificabile come fantascienza mescolata a drammi
familiari, cogitazioni e azione. Il romanzo è condito allo stesso
modo – con meno segreti e meno misteri – ma è soprattutto una
riflessione sul lutto e su come affrontarlo, uno studio
antropologico, individuale e generale, sulla morte e, se vogliamo,
sulla tolleranza e sull'amore (e c'è persino qualche eco “nazista”).
E'
intimo e profondo, pur non riuscendo ad azzannarti il cuore: ci sono
punti in cui appare troppo ponderato, troppo placido e descrittivo.
C'è della pesantezza, intorno alla storia, della dolcezza rarefatta,
e a tratti affiora l'odio. Ma è come se mancasse qualcosa... una
scintilla, forse. O un personaggio da amare incondizionatamente. Non
che quelli che ci sono siano brutti... è solo che restano dei
personaggi, appunto, senza riuscire ad elevarsi oltre alla dimensione
meramente cartacea.
Bellissima,
tuttavia, la spiegazione finale (che nella Serie Tv manca) sul perché
ci siano persone che tornano e altre no. Potrà non soddisfare i più,
ma costituisce il paradigma del romanzo, e, per quanto mi riguarda è
coerente e onesta: la sola possibile per non “barare”...
Da
sola vale l'acquisto, così come l'idea di base e alcune interessanti
trovate nel mezzo, senza contare, che, comunque, la lettura è
piacevole e fluida, e che l'argomento è davvero stimolante e
meriterebbe ulteriori approfondimenti.
Certo che venerdì 13 più che "una riflessione sul lutto" non potevi postare ;-)
RispondiEliminaGné! Gné! Il 13 è il mio numero preferito, e adoro il venerdì! Il post di oggi è assolutamente casuale. Saluti!
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