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giovedì 5 marzo 2015

Dialoghi rapidi e perfetti


MILDRED PIERCE
di James M. Cain
 
 
Di quest'autore avevo già letto “Il postino suona sempre due volte” e dato che lo avevo apprezzato parecchio, anche per ragioni stilistiche, non ho potuto resistere all'acquisto di questo secondo romanzo (che per quanto ne so potrebbe pure essere precedente), con il quale, peraltro, i punti in comune non sono tantissimi... Oppure sì, a seconda di come lo si guarda.

Per i miei gusti “Mildred Pierce” vira un po' troppo sul melodrammatico, ma confermo che mi è piaciuto per la sua prosa dettagliata, ma asciutta, capace di creare atmosfera, per i suoi dialoghi rapidi e perfetti, e per l'ambientazione, ossia l'America provinciale negli anni immediatamente successivi al 1929, benché, a suscitare autentico interesse sia la protagonista, Mildred Pierce, appunto, una donna intraprendente, rispettabile, pratica e volitiva, la cui colpa maggiore è di amare troppo – e pure morbosamente – la spregevole figlia Veda, autentica serpe infingarda (o soprano di coloritura, che, secondo la definizione di uno dei suoi maestri, è pressoché la medesima cosa)...

I temi del romanzo, infatti, sono principalmente due, intimamente legati: in primis, la riscossa economica della protagonista che, cacciato il marito adultero, ex benestante, e rimasta sola con due bambine con una casa ipotecata su cui gravano debiti e nessuna specifica competenza, forte solo del fatto di essere un'ottima cuoca e una brava casalinga, riesce a tirarsi su le maniche e a mettere su un'impresa più che fiorente... E, in secondo luogo, il rapporto con la figlia maggiore, Veda, altera, calcolatrice e perfida (a dir poco), che, appena dodicenne (ma presto crescerà... peggiorando), disprezza il lavoro della madre, che pure l'adora e non le fa mancare nulla...

Naturalmente non è tutto qui: ci sono amori (complicati e intrecciati ai filoni principali, con almeno un risvolto prevedibile e, insieme, atrocemente scioccante) e amicizie, unitamente al bel quadretto, non sempre idilliaco, dell'epoca... e poi, pur senza omicidi, una ferocia graffiante, tutta donnesca, che a tratti lascia basiti.
 
James M. Cain, nella caricatura del nostro vignettista

Un romanzo appassionante e stranamente femminista, in cui gli uomini non sono mai personaggi positivi (nonostante la tenerezza che talvolta ci induce Bert) e tendono anzi ad essere strumentalizzati, fagocitati e a collezionare ben magre figure... Specie se paragonati a Mildred, su qualunque piano!

In quanto a sua figlia... è così ingrata, spocchiosa e vuota da risultare persino poco verosimile (nonostante i suoi meccanismi mentali siano descritti magistralmente). Ma non per questo risulta meno interessante...

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