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martedì 31 marzo 2015

Alternanza di passato e futuro


ORFANI
di Roberto Recchioni
 
 
Da un po' mi riprometto di parlarne, da un po' rimando... Tanto che ormai la serie si è conclusa, anzi si è “evoluta” in Ringo... Ebbene?

Nel complesso, nonostante l'opera sia di Recchioni (che odio profondamente), non posso dire che mi dispiaccia: sa di videogioco, di già sentito, è tremendemente commerciale, sovente approssimativa (l'ambientazione e il contesto sono appena abbozzati e restano tristemente in superficie), il presunto colpo di scena finale è di un'ovvietà quasi imbarazzante, i dialoghi scontati, i personaggi tagliati col coltello (e proprio non si riesce ad affezionarcisi, seppur ogni tanto risultino almeno simpatici) ma... ehi, il fumetto funziona!

Insomma, è divertente, intrattiene. E non richiede un'altissima soglia di attenzione, non richiede quasi niente, invero, per cui, tutto considerato, è un'ottima lettura da treno, specie quando si è stanchi e col cervello in pappa. Non sono sarcastica, non è un modo contorto per insultare. Dico sul serio: ci sono stati giorni in cui l'ho davvero gradito, e, nonostante le critiche, mi ha dato più di quel che ha preteso.

E, oggettivamente, presenta pure altri lati positivi... intanto non mi dispiace rinunciare alla logorroica verbosità bonelliana per privilegiare azione e fluidità: la storia scorre semplice e rapida (un po' troppo semplice, magari, ma amen, in fondo sono io che sono fuori età) e, alla fin fine, devo ammettere, ogni tanto una battuta azzeccata capita anche... La colorazione, poi, è notevole, davvero un valore aggiunto, e la storia inizia e finisce, non è vulnerata dall'eccessiva ripetitività delle serie infinite in stile Bonelli (di cui, sinceramente, non se ne può davvero più)...

L'elemento migliore, però, è costituito dall'alternanza di passato e futuro (pur non sempre riuscita e, a volte, fastidiosa e piattamente schematica): aumenta la drammaticità, il contrasto, lo spessore di prospettive e protagonisti. Certo, anche questo è un trucco già visto... Ma amen e chi se ne cale. E comunque, in generale, io non amo la linearità. E apprezzo la coralità, la circostanza di avere non solo uno, ma più protagonisti di riferimento... benché Ringo, va beh, spicchi da subito su tutti, oltre ad esere quello meglio caratterizzato.

E difatti è a lui che è dedicato il sequel, “Ringo” appunto (qualitativamente, più o meno allo stesso livello, sebbene mi coinvolga meno: avrei preferito continuare con la faccenda della coralità, che in effetti mi piaceva... O, alla peggio, con un altro protagonista)...

In quanto al “cartone animato”, invece, ho cercato di guardarlo, ma non sono riuscita ad andare oltre i primi dieci minuti: i difetti del fumetto divengono macroscopici, è lento da uccidersi, e.... a livello tecnico è quello che è, presumo che il budget fosse limitato. ...Ma “l'animazione”, per dire, di Watchmen (disponibile su YouTube), realizzato suppergiù con lo stesso sistema, è decisamente più godibile!

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