IL
FINE ULTIMO DELLA CREAZIONE
di Tim Willocks
Tim
Willocks mi fa godere.
Sì,
perché è uno di quegli autori gastrici che scrivono da dio e non te
lo fanno pesare, ed anzi ti fanno sentire le parole mentre ti
esplodono in bocca e nel cranio risuonando della pura, stupenda
esattezza del loro significare... E, oltre a ciò, Willocks, riesce
persino a raccontarti qualcosa, qualcosa che ti gela il sangue nelle
vene, che ti scuote e ti tiene incollato alle pagine fino alla fine,
risvegliando sensazioni affamate dentro di te, che ti consumano, ti
esaltano e che ormai devi saziare...
E
tu cerchi lo stesso di centellinarle, le pagine, perché vuoi che
durino il più possibile, ma al contempo è imperativo divorarle
perché, dannazione, hai bisogno di sapere!
Per
quel che mi riguarda, “Il fine ultimo della creazione” è il suo
romanzo più bello (tra quelli che ho letto), più intenso, forse
perché per me era stato il primo, forse perché avevo già
cominciato ad adorarlo mentre Dany me lo raccontava, caldeggiandone
l'acquisto, promettendomi che avrei amato i protagonisti, sofferto
con loro e vibrato di passione...
E'
stato così.
Tim Willocks, nella caricatura del nostro vignettista
Trattasi
di un thriller carcerario con personaggi intensi, dai caratteri forti
e definiti, situazioni al limite, e un carnevale umano di crudeltà e
sopraffazione con le sue regole e le sue follie.
E
tra un'efferratezza e l'altra troviamo il tempo di ragionarci su, di
elucubrare, di analizzare, di cercare spiegazioni più alte, capaci,
magari, di elevarci oltre l'umana miseria... che però è sempre in
agguato, sempre presente, pronta a detonare.
E
lo fa, quando il Direttore del carcere, Holmes (personaggio che non
può non rimanere impresso), abbandona i detenuti al loro destino,
fino a che... scoppia la rivolta! Ed è guerra, guerra totale!
Un
libro violento, ma soprattutto potente e scritto in modo superlativo.
Ed
è vero, in generale, il microcosmo carcerario mi attrae da morire...
ma non sono mai stata una gran fan dei thriller.
Questo
fa eccezione.
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