EDGE
OF TOMORROW
di Doug Liman
Della
serie repetita iuvant, sia ai fini della prosecuzione della trama,
sia per il nostro goduto diletto! Siamo, infatti, in un film a metà
fra “Fanteria dello spazio” (lottiamo contro alieni aracnoidi
ultrapotenti che vogliono conquistarci... solo che qui non sono su
Marte, ma in Europa – sebbene, suppongo, dal punto di vista di un
americano la solfa non cambi poi molto –) e il buon vecchio
“Ricomincio da capo” (con il medesimo giorno che si replica
all'infinito)...
Ma
non è una vacua, trita riproposta di antichi fasti: la pellicola
funziona, ed è notevole! La trama, nonostante le premesse, è
stuzzicante, persino innovativa, il ritmo galoppa, spruzzato di gag
(e, sì, a volte ho ridacchiato), e anche se siamo al cospetto di un
blockbuster (con tanto di effettoni speciali, seppur non invadenti)
non possiamo ricondurlo ad un freddo polpettone senz'anima!
E'
vero, è costellato di richiami videoludici, ma per una volta non
guastano, soprattutto grazie all'ottimo montaggio e alla
considerevole dose di adrenalina che ci inoculano in corpo! Persino
la trama è ben costruita: le ripetizioni non pesano ed anzi vengono
sfruttate al meglio!
Invero,
se vogliamo, nelle sequenze iniziali possiamo scorgere persino una
denuncia antimilitarista quando ci viene mostrato quell'infame
carnaio che è la guerra (seppure sia “giusta”, inevitabile e
determinata dalla sopravvivenza) in cui squadre di uomini non
adeguatamente addestrate vengono, di fatto, miseramente condannate a
morte... Qui c'è la circostanza che il nemico era proditoriamente
informato (più o meno), okay, ma fioccavano altresì i decessi
dovuti al malfunzionamento delle tute o altre amenità... Per tacere
della consueta, snervante ottusità in seguito dimostrata dai
militari!
Mirabile,
poi, la progressiva ed esaltante evoluzione del protagonista, il
Maggiore Cage: da vigliacco ad eroe, che potremmo riassumere con un:
Tom Cruise diventa se stesso (o quello che ormai ci ha abituati a
percepire come sé) e comincia a spaccare, in ogni senso... Ma,
bisogna riconoscerlo, anche nella parte del codardo era credibile dal
punto di vista recitativo e se la cavava benone!
Inoltre,
altro pregio, ci viene risparmiata la pallosa storia d'amore con
Rita/Emily Blunt... Tuttavia il legame in fieri s'intuisce,
aggiungendo qualcosa alla pellicola, sempre più avvincente man mano
ci avviciniamo al finale (bella la faccenda della squadra).
Bravi
gli interpreti, bravi “i ragazzi” dietro la telecamera!
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