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lunedì 9 marzo 2015

Tom Cruise diventa se stesso


EDGE OF TOMORROW
di Doug Liman
 
 
Della serie repetita iuvant, sia ai fini della prosecuzione della trama, sia per il nostro goduto diletto! Siamo, infatti, in un film a metà fra “Fanteria dello spazio” (lottiamo contro alieni aracnoidi ultrapotenti che vogliono conquistarci... solo che qui non sono su Marte, ma in Europa – sebbene, suppongo, dal punto di vista di un americano la solfa non cambi poi molto –) e il buon vecchio “Ricomincio da capo” (con il medesimo giorno che si replica all'infinito)...

Ma non è una vacua, trita riproposta di antichi fasti: la pellicola funziona, ed è notevole! La trama, nonostante le premesse, è stuzzicante, persino innovativa, il ritmo galoppa, spruzzato di gag (e, sì, a volte ho ridacchiato), e anche se siamo al cospetto di un blockbuster (con tanto di effettoni speciali, seppur non invadenti) non possiamo ricondurlo ad un freddo polpettone senz'anima!

E' vero, è costellato di richiami videoludici, ma per una volta non guastano, soprattutto grazie all'ottimo montaggio e alla considerevole dose di adrenalina che ci inoculano in corpo! Persino la trama è ben costruita: le ripetizioni non pesano ed anzi vengono sfruttate al meglio!

Invero, se vogliamo, nelle sequenze iniziali possiamo scorgere persino una denuncia antimilitarista quando ci viene mostrato quell'infame carnaio che è la guerra (seppure sia “giusta”, inevitabile e determinata dalla sopravvivenza) in cui squadre di uomini non adeguatamente addestrate vengono, di fatto, miseramente condannate a morte... Qui c'è la circostanza che il nemico era proditoriamente informato (più o meno), okay, ma fioccavano altresì i decessi dovuti al malfunzionamento delle tute o altre amenità... Per tacere della consueta, snervante ottusità in seguito dimostrata dai militari!

Mirabile, poi, la progressiva ed esaltante evoluzione del protagonista, il Maggiore Cage: da vigliacco ad eroe, che potremmo riassumere con un: Tom Cruise diventa se stesso (o quello che ormai ci ha abituati a percepire come sé) e comincia a spaccare, in ogni senso... Ma, bisogna riconoscerlo, anche nella parte del codardo era credibile dal punto di vista recitativo e se la cavava benone!

Inoltre, altro pregio, ci viene risparmiata la pallosa storia d'amore con Rita/Emily Blunt... Tuttavia il legame in fieri s'intuisce, aggiungendo qualcosa alla pellicola, sempre più avvincente man mano ci avviciniamo al finale (bella la faccenda della squadra).

Bravi gli interpreti, bravi “i ragazzi” dietro la telecamera!

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