GLI
STUDENTI DI STORIA
di Alan Bennett
Commedia simpatica, un po' autobiografica, leggera e... interessante.
Perché
non si limita a farci sorridere: mette in discussione un po' di cose,
tra cui l'istruzione e la cultura.
Ad
esempio, rivelando qualche ameno trucchetto per passare un esame
difficile, in un'Università prestigiosa a numero chiuso.
Come?
Imparando
a memoria qualche chicca (date, citazioni, aneddoti...) sugli
argomenti più disparati, da dare in pasto ai professori nei momenti
critici (in effetti, sono convinta che il sistema funzioni...).
Siamo
negli anni 80, College di Sheffield, e noi seguiamo otto bravi
studenti impegnati a prepararsi per il test Universitario (se non
erro c'è di mezzo una borsa di studio), con un insegnante
anticonvenzionale e allegro ad indirizzarli (ma non solo)...
Non
si tratta di un romanzo, ma di un'opera teatrale, breve, brillante,
veloce. In cui si chiacchiera e si elucubra, riflettendo e
scherzando.
Si
condividono esperienze e trucchi.
E
si toccano vari argomenti, non solo quelli prettamente scolastici: ci
vanno di mezzo anche teorie religiose, la vita e l'omosessualità; si
discute, si dibatte, ci si interroga...
Mentre
noi parteggiamo per gli studenti, naturalmente, e ci immedesimiamo,
partecipando delle loro fatiche e rimpiangendo, magari, di non aver
avuto un simile, bizzarro gruppo di studio.
Alan Bennett nella caricatura del nostro autore.
Di
partenza, il plot può non sembrare troppo esaltante: leggendo la
trama di altre opere di Bennett, ad esempio, mi sentivo più
stimolata all'acquisto, più curiosa di conoscerne i contenuti...
Ma
spesso scoprivo che, benché il racconto/pièce etc. fosse carino e
piacevole, il risvolto con la trama era la parte migliore, la più
stuzzicante, perché conteneva già tutto ciò che c'era di
sostanziale...
Qui
avviene l'inverso: questa sequenza di dialoghi è deliziosa, e la si
legge con gusto, regalandoci più di quanto ci viene promesso!
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