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venerdì 18 settembre 2015

Un perfetto equilibrio tra dialoghi e azione

VAGABOND
di Takehiko Inoue


E va bene, “Slam Dunk”, spassosissimo e relativo al mondo del basket, mi era piaciuto di più, ma ciò non toglie che pure “Vagabond” sia un capolavoro!
Ambientato nel Giappone del XVII secolo, dopo la battaglia di Sekigahara, questo manga (ispirato al romanzo di Eiji Yoshikawa, che peraltro io non ho letto) narra la storia di Takezo/Musashi Miyamoto, il samurai autore de “Il Libro dei Cinque Anelli”, di come abbia imparato a combattere (sostanzialmente si tratta di un autodidatta) elaborando la sua “filosofia della spada” attraverso varie peripezie e peregrinazioni, e del suo carattere focoso e contraddittorio.
La vicenda, naturalmente, è romanzata e personalizzata secondo lo “stile Inoue”, e ci sono anche molti personaggi di contorno: alcuni, guerrieri come Musashi, amici/rivali (tra tutti troneggia l’incredibile Sasaki, sordomuto, candido e abilissimo), ma non mancano aspiranti discepoli, monaci sui generis, contadini, vecchiacce o l’amore della vita, alcuni realmente esistiti, altri forse no…
I pregi sono tantissimi: dai disegni meravigliosi, che sanno essere introspettivi e poetici, ma anche rappresentare il dinamismo dei combattimenti e la plasticità dei corpi, alla ricostruzione storica dettagliata e fascinosa… Ma i punti di forza maggiori, per quanto mi riguarda, sono: in primis l’alternanza di momenti divertenti (frequenti soprattutto nei primi numeri) o ironici a riflessioni interiori, momenti di passione – non necessariamente amorosa – e il percorso di crescita spirituale del protagonista (con tutto che ci sono moltissime parentesi, anche lunghe, dedicate agli altri personaggi), e, ovviamente, situazioni drammatiche a bei combattimenti. In secondo luogo, come sempre avviene nelle opere più riuscite, sono stupendi, e superbamente caratterizzati, i personaggi: approfonditi nel loro modo di essere e nelle loro motivazioni, in perenne evoluzione e sensibili ai cambiamenti, sfaccettati e lontani da qualsivoglia bidimensionalità e percorsi da continue tensioni drammatiche (in particolare, adoro Otsu, la donna innamorata di Musashi, cocciuta e simpaticissima, e il monaco Takuan, dalla verve niente male).
Nel complesso, il manga (arrivato al 37mo tankobook, se non erro, e comunque ancora in corso) presenta un perfetto equilibrio tra dialoghi e azione, e risulta molto “arioso” forse grazie alle continue digressioni e flashback, e ai “paesaggi meditativi”, che ampliano i pensieri e gli stati d’animo.

Imperdibile, articolato e… disponibile in due edizioni: quella “normale” (più piccola, e quindi portante un numero più alto di volumetti) e la deluxe, con sovracoperta e pagine a colori (non so se ci siano anche nell’altra).

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