AGOSTO,
FOTO DI FAMIGLIA
di Tracy Letts
Forse
il libro più bello e intenso e pieno di verità che abbia letto
quest’estate. Quello da cui è stato più difficile interrompersi e
l’unico veramente impossibile da dimenticare!
Non
un romanzo, ma un dramma teatrale, basato quindi quasi esclusivamente
sul dialogo, ma incredibilmente avvincente, “nero” e ricco di…
di colpi di scena, di rivelazioni shock, di personaggi pazzeschi e
coloriti, e di triste umanità.
Che
cos'è l’amore, sembra chiederci l’autore?
A
volte non quello che crediamo, è la risposta, perché non sempre è
sufficiente aver legami di sangue con qualcuno o stare insieme.
Spesso ciò che scambiamo per amore, è sopportazione o convivenza. E
può essere orribile, se guardato dalla prospettiva sbagliata.
Tutto
inizia con la scomparsa del padre, forse morto, forse morto suicida.
La
famiglia si riunisce: c’è la madre, dipendente da farmaci,
prepotente e prevaricatrice, con un cancro alla gola; le tre figlie,
sulla quarantina, ognuna con un problema ed un vissuto diverso (la
maggiore, Barbara, con il marito perfetto, che però l’ha tradita,
più la figlia adolescente e ribelle; quella di mezzo, Karen, con
neofidanzato pluridivorziato appresso; l’ultima, Ivy, zitella, che
a quanto pare finalmente ha trovato un uomo, ma si ostina a non
parlarne…); e poi la sorella della moglie, che cela un segreto, con
il marito e il figlio – particolarissimo – al seguito…
Ebbene,
l’unica sana di mente e dotata di buon senso è la domestica,
peraltro assunta da pochi giorni e quindi estranea alle malsane
dinamiche familiari, che… sono un delirio! A base di
recriminazioni, cattiverie, assurdità, con gli equilibri che si
spostano, che si ridefiniscono continuamente, varie crisi e
semi-crisi, difficili da contenere… Perché, adesso che il papà
non c’è più è venuto il momento che i segreti, le verità
taciute e tutti i nodi vengano al pettine!
Bastano
poche righe a caratterizzare ogni comprimario, rendendolo lui, oltre
ogni dire, e a delineare con maestria il contesto e la situazione.
Poi, semplicemente, assistiamo al deflagrare delle varie bombe, una
dopo l’altra, mentre, a bocca aperta, non possiamo che contemplare
questo rutilante sfacelo.
Rimaniamo
quasi sempre in casa, in questa magione dell’Oklahoma in cui il
caldo è afoso e asfissiante, e in cui, soprattutto, benché quasi
non usciamo dalle pareti domestiche, accade di tutto e di più…
Tanto
che a tratti ci sembra normale, in modo desolante e scontato, anche
se diverso da ogni altro ambito familiare (ricordandoci
inevitabilmente l’apertura di “Anna Karenina” sulle famiglie
infelici, ognuna infelice a modo suo), a tratti ci pare di virare sul
grottesco o di finire tra le maglie di una gustosa commedia nera, per
cui ci scapperebbe una risata, se non fossimo agghiacciati.
Scrittura
magistrale, costruzione della trama perfetta, graffiante, feroce,
dalle dolenti riflessioni iniziali fino al meraviglioso cliffhanger
finale.
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