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lunedì 21 settembre 2015

Un legame fortissimo con i protagonisti


IL DIO DEL FIUME e IL SETTIMO PAPIRO
di Wilbur Smith
 
 
Sono stati i miei primi due romanzi di Smith (ero al Liceo) e forse per questo sono quelli che in assoluto ho preferito, benché, avendo ricevuto “Il Settimo Papiro” in regalo, abbia letto prima quest’ultimo, senza preoccuparmi dei numerosi collegamenti con “Il Dio Del Fiume” (che comunque, anche scoperti a ritroso si sono rivelati interessanti e piacevoli).

Ebbene, se “Il Dio del Fiume” si svolge nell’Antico Egitto e riguarda le vicende della nobile Lostris – che vediamo crescere, innamorarsi, combattere e soffrire – e dell'ingegnoso e devoto schiavo Taita – un eunuco che adoreremo senza ritegno –, “Il Settimo Papiro” si svolge invece in epoca attuale e concerne una spedizione sulle tracce proprio di Taita, inoltre, se “Il Dio Del Fiume” abbraccia svariati anni di Regno, “Il Settimo Papiro”, invece, è relativo ad un’unità temporale assai più circoscritta.

Peraltro, le due opere sono strettamente connesse, non solo per l’ambientazione (anzi, in un certo senso si può affermare che Taita sia anche un personaggio importante del sequel), ed entrambe hanno svariati elementi in comune: un’atmosfera vivida e storicamente accurata (per quel che posso ricordare); personaggi bellissimi che ti prendono il cuore, inclusi i comprimari (rammento Kratas, l’amico di Tanus – il grande amore di Lostris –, con straordinario affetto); una forte componente avventurosa da cui puoi aspettarti di tutto – torture e morti incluse –, intrighi, malvagità e paesaggi meravigliosi.


Due narrazioni davvero appassionanti (che forse adesso osserverei con maggiore disincanto, trovando la trama non proprio originale), che hanno questo pregio, soprattutto: di coinvolgerti a livello emozionale, non solo di intrattenerti per qualche ora, permettendoti di creare un legame fortissimo con i suoi protagonisti.

La scrittura è semplice è scorrevole, ma la grandezza dell’autore sta proprio nel saper catturare l'aria che si respira...

Totalmente trascurabili, invece, i seguiti: “Figli del Nilo” e “Alle fonti del Nilo”, che continuano la storia di Taita.

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