CANNIBAL
FEROX
di Umberto Lenzi
(1981)
Sarà
in onore dell'uscita di “The Green Inferno”... Sarà perché ho
recentemente terminato la lettura di “Guida al Cinema Horror Made
in Italy!” di Antonio Tentori e Luigi Cozzi (Ed. Profondo Rosso),
che mi ha solleticato i sensi... Sarà perché mon amour è di là
che guarda la stupida partita... ma stasera (23 settembre 2015, ore
21.33) faccio una cosa che capita di rado: rimando la “programmazione
ufficiale” (era prevista la recensione di “Interstellar”), per
un'edizione straordinaria... dedicata a “Cannibal Ferox”, un
classico del filone cannibalico!
Ebbene:
paura zero, disgusto tanto, alcuni preziosissimi gioiellini splatter,
e anche impagabile umorismo involontario, con compiaciuti tocchi
d'exploitation... La verità è che se non fosse per le atroci scene
con gli animali (niente, comunque, in confronto alle oscenità di
“Cannibal Holocaust”, per cui non posso che lanciare un
“J'accuse”), sto filmaccio sarebbe davvero una perla!
Ecco
perché, contrariamente al solito, vi racconterò la trama per filo e
per segno, più che buttar giù un commento (l'ho visto più di una
settimanella fa, ma durante la visione avevo preso appunti – giuro
– indi posso essere precisa).
Dunque,
preparatevi: questo sarà un post assai più lungo del solito. E più
disgustoso.
TRAMA
Partiamo
con una gagliarda musichetta tipicamente anni 70, che un po' ci fa
pensare ai vecchi cartoni animati con i robottoni e un po' ci induce
a temere di aver sbagliato film... L'inizio, infatti, è in stile
poliziesco, col il tossico newyorkese, appena uscito dall'ospedale,
che si reca a casa dello spacciatore Mike e qui viene freddato da due
malviventi, i quali, da tempo, cercavano invano di rintracciare lo
stesso Mike.
Stacco:
Rio delle Amazzoni.
Eh?
Cu fu?
Rimaniamo
un attimo spiazzati, ma... tranquilli!, la musichetta riattacca: il
film è sempre lo stesso.
Conosciamo
Gloria, una svenevole lobotomizzata che non ha niente di meglio da
fare che scrivere una tesi di laurea per confutare il mito dei
cannibali, sostenendo che è solo un'invenzione del colonialismo
razzista (della serie, andiamocele a cercare), suo fratello Rudy e
Pat, una studentessa sgualdrina (e non è un modo di dire, giacché
la fanciulla esercita il mestiere), dalla fantastica fascetta hippy
sulla fronte, che non perde occasione e va giustappunto a farsi la
doccia a casa di un pittoresco poliziotto locale...
Tanto
per non farci mancare niente, mentre viaggiamo sul battello alla
ricerca del popolo dei Manioca (presunti cannibali), ci imbattiamo in
una farfalla grande e bellissima, dalle ali variopinte.
Subito
la uccidiamo e ce la mangiamo.
Gloria
rimette.
Soprassederò
sulle altre questioni inerenti agli animali perché non mi aggradano.
Segnalo solo una cosetta: ad inizio pellicola, quando mi ha visto
armata di penna, mon amour mi ha pregato di non insultare Umberto
Lenzi. Dopo circa un quarto d'ora, ha ritrattato: “Insultalo pure”,
ha detto.
Seguono
paesaggi esotici, un viaggetto sulla jeep e poi i tre idioti
finiscono fuori strada. E allora qual è la cosa più sensata da
fare? Sbevazzare superalcolici. Per motivi inspiegabili i tre si sono
addentrati nella jungla con una discreta riserva di bottiglie, 5.000
dollari, e nessuna guida o cognizione. Va mu.
Proseguiamo
a piedi, a colpi di machete, troviamo un indigeno imperturbabile, che
non si capisce se stia andando di corpo o solo pasteggiando con bei
larvoni extra pasciuti, mentre i suoi compagni stanno nascosti nella
verzura, rivelandosi appena i tre procedono ignari.
L'indomani
incocciamo altri due poveri indios massacrati da stranissime trappole
che ci spiace non riuscire ad osservare più attentamente, mentre Pat
ha un'inevitabile crisi isterica, curata con sonori schiaffoni in
stile Bud Spencer.
Ma
le emozioni non sono finite: dal verde emergono due occidentali,
piuttosto malmessi, che chiedono aiuto, lamentando di essere stati
assaliti dai cannibali. E... Pubblicità! Che recita: “Vivi il
Festival Verde”!
No,
sul serio. Mica scherzo...
Comunque...
Quando
il film ricomincia i tizi spiegano di essere in fuga, e uno è...
Mike, guarda un po'! Lo spacciatore! (L'altro si chiama Joe.) Ed
infatti è cocainamunito: la paura viene accantonata e ci si fa in
allegria...
Mike
e Joe raccontano la loro vicenda (ma ci accorgiamo subito che
qualcosa puzza), descrivendo, tra l'altro, l'evirazione subita da un
loro compagno indigeno, i cui testicoli sono poi stati mangiati dai
cannibali.
Cala
la sera, Pat va in calore e si ripassa Mike (Giovanni Lombardo
Radice, che somiglia un po' ad un Owen Wilson con l'espressione
intelligente), mentre Gloria sembra pascersi del pensiero
dell'evirazione.
Al
mattino Gloria è scomparsa: gli altri si dividono in due gruppi e
vanno a cercarla (Pat ha sempre la sua triste fascetta in testa).
Rudy
e Joe arrivano al villaggio dei selvaggi (tra le proteste di Joe): ci
sono bei cadaverelli malridotti, l'evirato legato ad un palo,
semidecomposto e mangiato da larve di insetti preistorici, e gli
abitanti del luogo, curiosamente infarinati, che osservano i nuovi
venuti seduti, muti e impassibili.
Intanto
Pat e Mike individuano Gloria, precipitata in un buco, una trappola
(siamo nella jungla e la cretina ha pensato bene di andarsi a
rinfrescare senza avvertire nessuno).
Nel
mentre Rudy osserva che i selvaggi senza espressione paiono
terrorizzati da loro (ignoro da che cosa lo deduca), e che sono solo
vecchi e bambini. I giovani, plausibilmente, sono temporaneamente
lontani, ma torneranno...
La
prudenza imporrebbe quindi di filarsela, ma prontamente Joe sviene.
Mike propone di abbandonarlo, Gloria e Rudy si oppongono.
Naturalmente
restano tutti, Joe viene curato, i selvaggi restano impassibili e ci
si trastulla con sesso e droga.
Passiamo
sopra il triste livello dei dialoghi (peraltro perfetti per questo
film), e decidiamo (Mike e Pat) di rapire una ragazzina india per
stuprarla in coppia. E magari prima la torturiamo un po', già che ci
siamo. Ma, ohibò, la piccola cerca di scappare, così Mike la
uccide con un colpo di pistola, a tradimento.
Eravamo
già abbastanza convinti prima, ma ora preghiamo che i cannibali li
macellino tutti.
Al
solo scopo di rafforzare la nostra risoluzione, ci viene raccontata
la verità su quel che ha indotto Mike e Joe a fuggire: sono stati
loro (più che altro Mike) a divertirsi a massacrare e torturare gli
indigeni, ed è stato Mike a perpetrare l'evirazione sull'ex
compagno.
Quando
finalmente Rudy e Gloria comprendono che forse sarebbe opportuno
lasciare il villaggio a gambe levate, scoprono che Pat e Mike si sono
già allontanati, derubandoli simpaticamente...
Stacco...
New York! Myrna, la fidanzata/inquilina di Mike, viene fermata dalla
polizia e interrogata. Al momento il senso di questa parentesi ci
sfugge completamente.
Torniamo
al villaggio: Joe è spirato (Alleluja!), Rudy e Gloria si imbattono
in una papaya marcia, che sinifica maledizone (sic!), e i giovani
indios rincasano (infarinati pure loro), trovano il cadavere di Joe e
lo squarciano estirpandone i visceri.
Gloria
si nasconde in una capanna col fratello, ma il MPM la ammonisce: “Eh
no, devi fare la tesi!”. Lei però non lo ascolta, e i due se la
svignano. O almeno ci provano: presto vengono catturati e ricondotti
al villaggio e... chi altro c'è!? Ma i nostri amici fedifraghi, Pat
e Mike!
E
FINALMENTE COMINCIA LA PARTE SUCCULENTA (benché la recitazione degli
attori sia desolante)...
Mike
viene appeso al palo dell'evirazione, gli altri infilati in una
gabbia di bambù posta nel fiume, in compagnia di affamate
sanguisughe.
Per
migliorare i rapporti diplomatici, Mike sputa sugli indigeni e loro,
in risposta, gli tagliano il pipino (oh, yeah!). La scena è
piuttosto dettagliata e si conclude con una merendina a base di
salsiccina cruda. Gloria delira le sue ridicole teorie e...
Et
voilà New York.
Myrna
viene menata e quasi accoppata dai due malviventi che cercavano Mike,
ma la polizia, che la sorvegliava, la salva. Lei, in cambio, confessa
i tragici trascorsi con spacciatore e della sua partenza, oltre tre
settimane fa, per Panaguayà... La dichiarazione seguente è volta ad
informarci che pure tre studenti sono recentemente spariti nei
paraggi. La situazione è così sfrontata, disinvolta e grossolana
che MPM mi chiede se questo è il momento comico.
Cannibalilandia.
Gli indigeni cauterizzano la ferita di Mike (ricordiamo che è stato
evirato) per protrarne il supplizio. Dopo che sorge il sole i quattro
protagonisti vengono portati sul fiume: Rudy e Gloria elaborano un
piano di fuga geniale, che ovviamente si conclude con una spassosa
parentesi con i piranha e il decesso di Rudy.
Il
commento sonoro è fantastico.
Villaggio:
Mike viene chiuso in una gabbia scavata nel terreno; Gloria e Pat in
una sorta di capanna di fango. Si ripetono le crisi isteriche di
repertorio mal recitate, mentre Gloria si diletta con le sue teorie
sull'antropofagia. Dall'alto viene calata una prelibatissima
frattaglia cruda e le fanciulle, digiune, hanno famina, ma Gloria
diffida Pat: “No! Può essere il cuore di Rudy!”, e suggerisce
una bella cantata (già!), così si procede in tal senso (davvero).
Gli indios ascoltano impassibili e infarinati.
Intanto
sono iniziate le ricerche dei dispersi: ritroviamo il poliziotto
della doccia e poi conosciamo il console americano (Urrà!).
Quando
il regista ci riporta a tra gli indios, Mike, più vitale che mai
nonostante tutto, cerca di scappare, e anche le due ragazze paiono
prossime all'evasione grazie ad un ragazzino indio pietoso (l'amico
della fanciullina uccisa da Mike), ma per ragioni inspiegabili Mike
lo impedisce e se va da solo.
Contemporaneamente
le ricerche continuano in aereo (Dio, come si farebbe volentieri a
meno di 'ste parentesi), e Mike viene raggiunto dai selvaggi subito
dopo aver avvistato il mezzo in volo. Poi gli viene amputata la mano.
Gloria
e Pat avviliscono gli spettatori con le loro frasine patetiche e noi
ringraziamo quando finalmente i cannibali le ripescano dal buco e
piantano un gancio nelle poppe di Pat (che ce le ha già mostrate in
tutte le salse).
Naturalmente,
nel frattempo, scorgiamo di nuovo l'areo che sorvola la zona. Il
Console avvista la Jeep finita fuori strada, ma gli indigeni gli
raccontano che i ragazzi sono stati divorati dai coccodrilli e bye
bye alla speranza.
Pat,
appesa per le poppe, agonizza dissanguandosi; Mike viene scalpato
(anzi, salutiamo pure la sua calotta cranica), ed è di nuovo l'ora
della merenda, giacché i selvaggi ne spiluccano il cervello.
Durante
la notte, però, il ragazzino compassionevole torna alla carica,
libera Gloria e la aiuta a fuggire. Ovviamente il poveraccio
schiatta malamente a causa di una trappola costruita dai suoi
compagni (qui, anche se ho riso, un pocherello mi è dispiaciuto).
Gloria
medita di suicidarsi, ma poi ci ripensa e si addentra nel verde,
trovando la salvezza...
Stacco.
Musichetta
gagliarda dell'inizio.
Colonna Sonora Originale di Roberto Donati
Cerimonia
di Laurea di Gloria (c'è anche Myrna, perchè?). E qui Umbertone
Lenzi ci fa un bello scherzetto perché Gloria dimostra nella sua
tesi che l'antropofagia non esiste. Complimenti! E le danno pure la
medaglia d'oro (mentre io assegno ufficialmente un OTTA AWARD a
Lenzi)!
Inquadratura
sulla faccia dolente di Gloria, e vai con la musichetta anni 70!
E
dunque? Dunque sono le 23.11, la partita di là è finita, e io ho un
poquito sonno (e... è vero, questo post è vergognosamente lungo)...
Ma mi è così piaciuto ripercorrere il film dal principio! E mi è
pure venuta fame...
Non
so perché ma quando ci sono di mezzo i cannibali mi capita sempre!
P.S.
Tra
il poliziotti spicca il tenente Rizzo, che ha recitato pure in
Cannibal Holocaust! Zora Kerowa, invece, la gioiosa Pat, era nel cast
di Antropophagus di Joe D'Amato...
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