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giovedì 24 settembre 2015

Niente minorenni, per favore!


CANNIBAL FEROX
di Umberto Lenzi

(1981)
 
 
Sarà in onore dell'uscita di “The Green Inferno”... Sarà perché ho recentemente terminato la lettura di “Guida al Cinema Horror Made in Italy!” di Antonio Tentori e Luigi Cozzi (Ed. Profondo Rosso), che mi ha solleticato i sensi... Sarà perché mon amour è di là che guarda la stupida partita... ma stasera (23 settembre 2015, ore 21.33) faccio una cosa che capita di rado: rimando la “programmazione ufficiale” (era prevista la recensione di “Interstellar”), per un'edizione straordinaria... dedicata a “Cannibal Ferox”, un classico del filone cannibalico!

Ebbene: paura zero, disgusto tanto, alcuni preziosissimi gioiellini splatter, e anche impagabile umorismo involontario, con compiaciuti tocchi d'exploitation... La verità è che se non fosse per le atroci scene con gli animali (niente, comunque, in confronto alle oscenità di “Cannibal Holocaust”, per cui non posso che lanciare un “J'accuse”), sto filmaccio sarebbe davvero una perla!

Ecco perché, contrariamente al solito, vi racconterò la trama per filo e per segno, più che buttar giù un commento (l'ho visto più di una settimanella fa, ma durante la visione avevo preso appunti – giuro – indi posso essere precisa).

Dunque, preparatevi: questo sarà un post assai più lungo del solito. E più disgustoso.


TRAMA

Partiamo con una gagliarda musichetta tipicamente anni 70, che un po' ci fa pensare ai vecchi cartoni animati con i robottoni e un po' ci induce a temere di aver sbagliato film... L'inizio, infatti, è in stile poliziesco, col il tossico newyorkese, appena uscito dall'ospedale, che si reca a casa dello spacciatore Mike e qui viene freddato da due malviventi, i quali, da tempo, cercavano invano di rintracciare lo stesso Mike.

Stacco: Rio delle Amazzoni.

Eh? Cu fu?

Rimaniamo un attimo spiazzati, ma... tranquilli!, la musichetta riattacca: il film è sempre lo stesso.

Conosciamo Gloria, una svenevole lobotomizzata che non ha niente di meglio da fare che scrivere una tesi di laurea per confutare il mito dei cannibali, sostenendo che è solo un'invenzione del colonialismo razzista (della serie, andiamocele a cercare), suo fratello Rudy e Pat, una studentessa sgualdrina (e non è un modo di dire, giacché la fanciulla esercita il mestiere), dalla fantastica fascetta hippy sulla fronte, che non perde occasione e va giustappunto a farsi la doccia a casa di un pittoresco poliziotto locale...


Tanto per non farci mancare niente, mentre viaggiamo sul battello alla ricerca del popolo dei Manioca (presunti cannibali), ci imbattiamo in una farfalla grande e bellissima, dalle ali variopinte.

Subito la uccidiamo e ce la mangiamo.

Gloria rimette.

Soprassederò sulle altre questioni inerenti agli animali perché non mi aggradano. Segnalo solo una cosetta: ad inizio pellicola, quando mi ha visto armata di penna, mon amour mi ha pregato di non insultare Umberto Lenzi. Dopo circa un quarto d'ora, ha ritrattato: “Insultalo pure”, ha detto.

Seguono paesaggi esotici, un viaggetto sulla jeep e poi i tre idioti finiscono fuori strada. E allora qual è la cosa più sensata da fare? Sbevazzare superalcolici. Per motivi inspiegabili i tre si sono addentrati nella jungla con una discreta riserva di bottiglie, 5.000 dollari, e nessuna guida o cognizione. Va mu.

Proseguiamo a piedi, a colpi di machete, troviamo un indigeno imperturbabile, che non si capisce se stia andando di corpo o solo pasteggiando con bei larvoni extra pasciuti, mentre i suoi compagni stanno nascosti nella verzura, rivelandosi appena i tre procedono ignari.

L'indomani incocciamo altri due poveri indios massacrati da stranissime trappole che ci spiace non riuscire ad osservare più attentamente, mentre Pat ha un'inevitabile crisi isterica, curata con sonori schiaffoni in stile Bud Spencer.

Ma le emozioni non sono finite: dal verde emergono due occidentali, piuttosto malmessi, che chiedono aiuto, lamentando di essere stati assaliti dai cannibali. E... Pubblicità! Che recita: “Vivi il Festival Verde”!

No, sul serio. Mica scherzo...

Comunque...


Quando il film ricomincia i tizi spiegano di essere in fuga, e uno è... Mike, guarda un po'! Lo spacciatore! (L'altro si chiama Joe.) Ed infatti è cocainamunito: la paura viene accantonata e ci si fa in allegria...

Mike e Joe raccontano la loro vicenda (ma ci accorgiamo subito che qualcosa puzza), descrivendo, tra l'altro, l'evirazione subita da un loro compagno indigeno, i cui testicoli sono poi stati mangiati dai cannibali.

Cala la sera, Pat va in calore e si ripassa Mike (Giovanni Lombardo Radice, che somiglia un po' ad un Owen Wilson con l'espressione intelligente), mentre Gloria sembra pascersi del pensiero dell'evirazione.

Al mattino Gloria è scomparsa: gli altri si dividono in due gruppi e vanno a cercarla (Pat ha sempre la sua triste fascetta in testa).

Rudy e Joe arrivano al villaggio dei selvaggi (tra le proteste di Joe): ci sono bei cadaverelli malridotti, l'evirato legato ad un palo, semidecomposto e mangiato da larve di insetti preistorici, e gli abitanti del luogo, curiosamente infarinati, che osservano i nuovi venuti seduti, muti e impassibili.

Intanto Pat e Mike individuano Gloria, precipitata in un buco, una trappola (siamo nella jungla e la cretina ha pensato bene di andarsi a rinfrescare senza avvertire nessuno).

Nel mentre Rudy osserva che i selvaggi senza espressione paiono terrorizzati da loro (ignoro da che cosa lo deduca), e che sono solo vecchi e bambini. I giovani, plausibilmente, sono temporaneamente lontani, ma torneranno...


La prudenza imporrebbe quindi di filarsela, ma prontamente Joe sviene. Mike propone di abbandonarlo, Gloria e Rudy si oppongono.

Naturalmente restano tutti, Joe viene curato, i selvaggi restano impassibili e ci si trastulla con sesso e droga.

Passiamo sopra il triste livello dei dialoghi (peraltro perfetti per questo film), e decidiamo (Mike e Pat) di rapire una ragazzina india per stuprarla in coppia. E magari prima la torturiamo un po', già che ci siamo. Ma, ohibò, la piccola cerca di scappare, così Mike la uccide con un colpo di pistola, a tradimento.

Eravamo già abbastanza convinti prima, ma ora preghiamo che i cannibali li macellino tutti.

Al solo scopo di rafforzare la nostra risoluzione, ci viene raccontata la verità su quel che ha indotto Mike e Joe a fuggire: sono stati loro (più che altro Mike) a divertirsi a massacrare e torturare gli indigeni, ed è stato Mike a perpetrare l'evirazione sull'ex compagno.

Quando finalmente Rudy e Gloria comprendono che forse sarebbe opportuno lasciare il villaggio a gambe levate, scoprono che Pat e Mike si sono già allontanati, derubandoli simpaticamente...

Stacco... New York! Myrna, la fidanzata/inquilina di Mike, viene fermata dalla polizia e interrogata. Al momento il senso di questa parentesi ci sfugge completamente.

Torniamo al villaggio: Joe è spirato (Alleluja!), Rudy e Gloria si imbattono in una papaya marcia, che sinifica maledizone (sic!), e i giovani indios rincasano (infarinati pure loro), trovano il cadavere di Joe e lo squarciano estirpandone i visceri.

Gloria si nasconde in una capanna col fratello, ma il MPM la ammonisce: “Eh no, devi fare la tesi!”. Lei però non lo ascolta, e i due se la svignano. O almeno ci provano: presto vengono catturati e ricondotti al villaggio e... chi altro c'è!? Ma i nostri amici fedifraghi, Pat e Mike!



E FINALMENTE COMINCIA LA PARTE SUCCULENTA (benché la recitazione degli attori sia desolante)...

Mike viene appeso al palo dell'evirazione, gli altri infilati in una gabbia di bambù posta nel fiume, in compagnia di affamate sanguisughe.

Per migliorare i rapporti diplomatici, Mike sputa sugli indigeni e loro, in risposta, gli tagliano il pipino (oh, yeah!). La scena è piuttosto dettagliata e si conclude con una merendina a base di salsiccina cruda. Gloria delira le sue ridicole teorie e...

Et voilà New York.

Myrna viene menata e quasi accoppata dai due malviventi che cercavano Mike, ma la polizia, che la sorvegliava, la salva. Lei, in cambio, confessa i tragici trascorsi con spacciatore e della sua partenza, oltre tre settimane fa, per Panaguayà... La dichiarazione seguente è volta ad informarci che pure tre studenti sono recentemente spariti nei paraggi. La situazione è così sfrontata, disinvolta e grossolana che MPM mi chiede se questo è il momento comico.

Cannibalilandia. Gli indigeni cauterizzano la ferita di Mike (ricordiamo che è stato evirato) per protrarne il supplizio. Dopo che sorge il sole i quattro protagonisti vengono portati sul fiume: Rudy e Gloria elaborano un piano di fuga geniale, che ovviamente si conclude con una spassosa parentesi con i piranha e il decesso di Rudy.

Il commento sonoro è fantastico.

Villaggio: Mike viene chiuso in una gabbia scavata nel terreno; Gloria e Pat in una sorta di capanna di fango. Si ripetono le crisi isteriche di repertorio mal recitate, mentre Gloria si diletta con le sue teorie sull'antropofagia. Dall'alto viene calata una prelibatissima frattaglia cruda e le fanciulle, digiune, hanno famina, ma Gloria diffida Pat: “No! Può essere il cuore di Rudy!”, e suggerisce una bella cantata (già!), così si procede in tal senso (davvero). Gli indios ascoltano impassibili e infarinati.

Intanto sono iniziate le ricerche dei dispersi: ritroviamo il poliziotto della doccia e poi conosciamo il console americano (Urrà!).

Quando il regista ci riporta a tra gli indios, Mike, più vitale che mai nonostante tutto, cerca di scappare, e anche le due ragazze paiono prossime all'evasione grazie ad un ragazzino indio pietoso (l'amico della fanciullina uccisa da Mike), ma per ragioni inspiegabili Mike lo impedisce e se va da solo.

Contemporaneamente le ricerche continuano in aereo (Dio, come si farebbe volentieri a meno di 'ste parentesi), e Mike viene raggiunto dai selvaggi subito dopo aver avvistato il mezzo in volo. Poi gli viene amputata la mano.

Gloria e Pat avviliscono gli spettatori con le loro frasine patetiche e noi ringraziamo quando finalmente i cannibali le ripescano dal buco e piantano un gancio nelle poppe di Pat (che ce le ha già mostrate in tutte le salse).


Naturalmente, nel frattempo, scorgiamo di nuovo l'areo che sorvola la zona. Il Console avvista la Jeep finita fuori strada, ma gli indigeni gli raccontano che i ragazzi sono stati divorati dai coccodrilli e bye bye alla speranza.

Pat, appesa per le poppe, agonizza dissanguandosi; Mike viene scalpato (anzi, salutiamo pure la sua calotta cranica), ed è di nuovo l'ora della merenda, giacché i selvaggi ne spiluccano il cervello.


Durante la notte, però, il ragazzino compassionevole torna alla carica, libera Gloria e la aiuta a fuggire. Ovviamente il poveraccio schiatta malamente a causa di una trappola costruita dai suoi compagni (qui, anche se ho riso, un pocherello mi è dispiaciuto).

Gloria medita di suicidarsi, ma poi ci ripensa e si addentra nel verde, trovando la salvezza...

Stacco.

Musichetta gagliarda dell'inizio.

Colonna Sonora Originale di Roberto Donati

Cerimonia di Laurea di Gloria (c'è anche Myrna, perchè?). E qui Umbertone Lenzi ci fa un bello scherzetto perché Gloria dimostra nella sua tesi che l'antropofagia non esiste. Complimenti! E le danno pure la medaglia d'oro (mentre io assegno ufficialmente un OTTA AWARD a Lenzi)!

Inquadratura sulla faccia dolente di Gloria, e vai con la musichetta anni 70!



E dunque? Dunque sono le 23.11, la partita di là è finita, e io ho un poquito sonno (e... è vero, questo post è vergognosamente lungo)... Ma mi è così piaciuto ripercorrere il film dal principio! E mi è pure venuta fame...

Non so perché ma quando ci sono di mezzo i cannibali mi capita sempre!

P.S.

Tra il poliziotti spicca il tenente Rizzo, che ha recitato pure in Cannibal Holocaust! Zora Kerowa, invece, la gioiosa Pat, era nel cast di Antropophagus di Joe D'Amato...

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