Se ti è piaciuto il mio blog


web

venerdì 23 ottobre 2015

Ipotesi socio/antropologiche in condizioni catastrofiche

IL GIORNO DEI TRIFIDI
di John Wyndham


…In cui i trifidi sono piante intelligenti e carnivore, sottovalutate dagli umani ed inizialmente coltivate e sfruttate per produrre le sostanze più varie, che un bel giorno si danno alla conquista della Terra provocando (si presume, ma non si sa esattamente come), attraverso un magnifico “spettacolo pirotecnico” attribuito a ragioni astronomiche, la cecità di quasi tutti noi. In questo modo si procurano un grosso vantaggio sulla nostra specie, tanto più che le amene piantine, oltre ad essere capaci di deambulare, sono pure dotate di aculeo velenoso assassino…
In realtà, come osserva uno dei personaggi sul finire del romanzo, forse i trifidi sono da ringraziare, perché molti degli umani (non tutti, infatti, hanno perso la vista), ossessionati dal potere, potrebbero essere assai più pericolosi dei vegetali…
In effetti, per quanto l’idea dei “mostri verdi” sia carina e originale, sono proprio le varie comunità che osserviamo, attraverso l’esperienza del protagonista – il trentenne Bill Masen, uno dei rari vedenti – l’elemento più interessante del romanzo, così come la necessità – insistita – di dover cambiare i costumi morali in nome della sopravvivenza, un po’, se vogliamo, come avviene adesso con il fumetto di “The Walking Dead”, in cui, tutto sommato, gli zombie sono mera occasione e ciò che avvince è soprattutto una sorta di riflessione/applicazione pratica di ipotesi socio/antropologiche in condizioni catastrofiche…
Qui scopriamo che, spinti dall’imperativo della sopravvivenza, persino i gruppi di ben intenzionati sono disposti alle nefandezze, e che in certe situazioni perdere la patina di civiltà di cui ci fregiamo è estremamente semplice, ciò nondimeno incappiamo pure in soluzioni buoniste, destinate a rivelarsi fallimentari.

John Wyndham nella vignetta del nostro disegnatore

Il romanzo, peraltro, suggerisce, più che mostrare, ed ha un incedere piuttosto soft, senza indulgere in scene truculente, senza scatenare grandi tensioni. Piuttosto stimola la curiosità e la meditazione. La stessa faccenda dell’invasione è presa abbastanza alla lontana e – per quanto potrebbe essere facilmente narrata con toni truci – lascia sempre uno spiraglio alla speranza e ai buoni sentimenti.
Inoltre, contrariamente a tanti classici di fantascienza che presentano tratti di misoginia e solo piagnucolose pulzelle in pericolo, “Il giorno dei trifidi” vanta altresì un’interessante protagonista femminile, molto ben caratterizzata e piacevolmente anticonvenzionale, che, quando ancora conduceva una vita normale, era stata autrice di un romanzo dalla fama pruriginosa... E, se vogliamo, c’è anche la religiosa Signora Durrent che, almeno per un certo periodo, assume il comando...
In generale, la trama si dipana abbastanza linearmente, mentre lo stile dell’autore è scorrevole e garbato, introspettivo quanto basta per permetterci di solidarizzare con il protagonista, ma sfrondato di descrizioni eccessive.

Un’opera gradevole, il cui unico vero inconveniente è rappresentato dalla quarta di copertina: inopinatamente sviante!

Nessun commento:

Posta un commento