IL
GIORNO DEI TRIFIDI
di John Wyndham
…In
cui i trifidi sono piante intelligenti e carnivore, sottovalutate
dagli umani ed inizialmente coltivate e sfruttate per produrre le
sostanze più varie, che un bel giorno si danno alla conquista della
Terra provocando (si presume, ma non si sa esattamente come),
attraverso un magnifico “spettacolo pirotecnico” attribuito a
ragioni astronomiche, la cecità di quasi tutti noi. In questo modo
si procurano un grosso vantaggio sulla nostra specie, tanto più che
le amene piantine, oltre ad essere capaci di deambulare, sono pure
dotate di aculeo velenoso assassino…
In
realtà, come osserva uno dei personaggi sul finire del romanzo,
forse i trifidi sono da ringraziare, perché molti degli umani (non
tutti, infatti, hanno perso la vista), ossessionati dal potere,
potrebbero essere assai più pericolosi dei vegetali…
In
effetti, per quanto l’idea dei “mostri verdi” sia carina e
originale, sono proprio le varie comunità che osserviamo, attraverso
l’esperienza del protagonista – il trentenne Bill Masen, uno dei
rari vedenti – l’elemento più interessante del romanzo, così
come la necessità – insistita – di dover cambiare i costumi
morali in nome della sopravvivenza, un po’, se vogliamo, come
avviene adesso con il fumetto di “The Walking Dead”, in cui,
tutto sommato, gli zombie sono mera occasione e ciò che avvince è
soprattutto una sorta di riflessione/applicazione pratica di ipotesi
socio/antropologiche in condizioni catastrofiche…
Qui
scopriamo che, spinti dall’imperativo della sopravvivenza, persino
i gruppi di ben intenzionati sono disposti alle nefandezze, e che in
certe situazioni perdere la patina di civiltà di cui ci fregiamo è
estremamente semplice, ciò nondimeno incappiamo pure in soluzioni
buoniste, destinate a rivelarsi fallimentari.
John Wyndham nella vignetta del nostro disegnatore
Il
romanzo, peraltro, suggerisce, più che mostrare, ed ha un incedere
piuttosto soft, senza indulgere in scene truculente, senza scatenare
grandi tensioni. Piuttosto stimola la curiosità e la meditazione. La
stessa faccenda dell’invasione è presa abbastanza alla lontana e –
per quanto potrebbe essere facilmente narrata con toni truci –
lascia sempre uno spiraglio alla speranza e ai buoni sentimenti.
Inoltre,
contrariamente a tanti classici di fantascienza che presentano tratti
di misoginia e solo piagnucolose pulzelle in pericolo, “Il giorno
dei trifidi” vanta altresì un’interessante protagonista
femminile, molto ben caratterizzata e piacevolmente
anticonvenzionale, che, quando ancora conduceva una vita normale, era
stata autrice di un romanzo dalla fama pruriginosa... E, se vogliamo,
c’è anche la religiosa Signora Durrent che, almeno per un certo
periodo, assume il comando...
In
generale, la trama si dipana abbastanza linearmente, mentre lo stile
dell’autore è scorrevole e garbato, introspettivo quanto basta per
permetterci di solidarizzare con il protagonista, ma sfrondato di
descrizioni eccessive.
Un’opera
gradevole, il cui unico vero inconveniente è rappresentato dalla
quarta di copertina: inopinatamente sviante!
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