INTERSTELLAR
di Christopher Nolan
(2014)
Un
film che mi è piaciuto, ma che mi ha lasciata perplessa.
Sicuramente
è troppo lungo, di almeno una quarantina di minuti buona, ma
paradossalmente, a visione finita, pur accusando il peso di questi
minuti in più, sono contenta non sia stato tagliato.
Per
apprezzarlo, naturalmente, bisogna accettare le speculazioni relative
alla fisica quantistica come potenzialmente plausibili e non
liquidarle quali “assurdità”, diversamente la pellicola può
sembrare un’enorme boiata... Al di là di ciò, la trama è
affascinante, benché abbastanza prevedibile nei suoi sviluppi (colpi
di scena inclusi) e un po’ retorica in certi passaggi (altamente
diseducativa in altri), ma non priva di originalità e davvero ricca
di substrati e contenuti.
E
sono così suggestive le tempeste di sabbia dell’inizio, il
personaggio di Murph, i legami familiari, la crescita degli individui
e il motivo per cui il mondo è destinato a finire! La storia, per
quanto sappia di preconfezionato in certi punti e sia eccessiva in
altri (troppe spiegazioni, intellettualismi, polpettoni), è
altamente emozionante e ti commuove… Inoltre si sfiorano parecchie
tematiche interessanti, quali specie e individuo, l’etica dei
sentimenti (e della scienza), la solitudine… Si può non
condividere il modo in cui vengono sviluppate, ma ciò che è più
interessante è proprio aver posto il dilemma. Inoltre, si avverte
potente l’amore… l’amore che lega tra loro i protagonisti nelle
loro varie accezioni, reazioni, passioni, l’amore che sa essere
crudele, ma anche tanto forte da permetterti di superare qualunque
ostacolo e che si fa ancora più fragoroso in una pellicola che,
tutto sommato, può essere definita come “cerebrale”.
La
trama, per quanto dilatata, non è mai statica e la prima parte, in
particolare, è davvero ben realizzata, sia per quanto ci viene
rivelato, sia in ordine al “non detto” relativo al destino e al
presente terrestre. Stupendi i personaggi e l’atmosfera, che nella
seconda parte si smorza un po’, soffocata da troppi ragionamenti e
troppe parole superflue, sebbene… sebbene siano perdonabili, e
forse utili per rimarcare percorsi e concetti (ma senza, gli stessi
non sarebbero stati più efficaci, invogliando, magari, gli
spettatori ad una seconda visione?).
Ottimi
gli interpreti, e numerosi i momenti riusciti. Ad esempio la
parentesi con Matt Damon o le peculiarità del “pianeta con le
onde”, per tacere dei bellissimi sfasamenti temporali o della
rivelazione del Professore in punto di morte.
Insomma,
alla fine il mio giudizio è sicuramente positivo, ma non nego che il
film sarebbe stato perfettibile.
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