WASABI
di Gérard Krawczyk
(2001)
Simpatico
action-movie scritto, sceneggiato e prodotto da Luc Besson,
ambientato tra Francia e Giappone, che coniuga adrenalina, battute
ironiche e tensione a drammi familiari, amori perduti e conflitti
generazionali, il tutto con leggerezza spigliata e allegria.
Non
una pellicola imperdibile, dunque, ma senza dubbio un ottimo
intrattenimento, divertente, emozionante, dal ritmo ineccepibile e un
Jean Reno sanguigno quanto tenerello. Oltre ad una colonna sonora
niente male.
In
realtà il dato più interessante, che un po’ ci riporta ai
meravigliosi film d’azione anni 80, è proprio il connubio tra
commedia e action, reso ulteriormente frizzantino dalla presenza
inaspettata di Yumi, la neo-scoperta figlia adolescente, nipponica e
peperina, che ben si accosta al carattere ombroso del padre, ossia il
protagonista, il poliziotto francese Hubert Fiorentini (alias J. R.,
appunto), che non ama le mezze misure e ha una mira infallibile.
“Wasabi”
non concede un attimo di tregua e quando non ti fa stare con il fiato
sospeso, ti fa morire dal ridere, salvo in quei due momentini legati
al sentimento e alla commozione.
Perché
Wasabi?
Perché
in una scena Hubert mangia questa salsa piccantissima senza scomporsi
minimamente.
Perché
la vicenda in cui Hubert viene coinvolto in Giappone, dal suo amore
perduto – la donna da cui ha avuto una figlia e non glielo ha mai
detto fino ad oggi, dopo che è morta e ha bisogno che lui protegga
Yumi – è pericolosa, e dura da mandare giù e digerire, e quindi è
piccante, ma anche buonissima perché, ehi, il suo amore perduto non
era tale: è sparita per proteggerlo e non lo ha mai dimenticato.
Perché
lo stesso Hubert, se vogliamo, è un piatto di Wasabi, e ancora di
più lo è Yumi e, in fin dei conti, pure il loro appena instaurato
rapporto.
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