LA
VERGINE AZZURRA
di Tracy Chevalier
E
va bene, non è “La ragazza con l’orecchino di perla”, però…
mi è piaciuto, sia pure in misura minore.
Innanzitutto
per lo stile e la ricostruzione storica: la prosa riesce a creare
immediatamente un’atmosfera coinvolgente, che ti ammalia e
conforta, a prescindere dagli accadimenti, mentre, come nel
capolavoro dell’autrice, ti sembra di essere davvero lì, di
respirare l’epoca e il suo clima... Ossia la Francia del XVI secolo
e la Francia quasi contemporanea, ante 2000…
Il
romanzo, infatti, intreccia due narrazioni, irte di richiami,
corrispondenze e parallelismi: quella dell’ugonotta Isabella du
Moulin, detta la Rossa, a causa del suo colore di capelli,
considerato sconveniente, e quella di Ella, sua discendente
americana, intenzionata a ricostruire l’albero genealogico e le
vicissitudini familiari…
Entrambe
storie interessanti, in modo diverso (ma di più quella del 1500),
con vari accenti lirici ed altrettante suggestioni crude (notevoli,
in particolare, i brani relativi alla fuga dei Tournier), descrizioni
evocative e di grande introspezione.
La
trama, è vero, ha poco ritmo, contorni non molto definiti, indulge
nella staticità e si perde in se stessa, sfociando, per giunta, in
un finale che mi è rimasto sullo stomaco (non necessariamente in
senso negativo), tuttavia lo stile, l’atmosfera e i personaggi la
sostengono sino all’ultimo, senza mai annoiare, ed anzi,
infondendole brio, grazia e delicatezza.
Per
quanto non si stia sempre sul filo del rasoio, infatti, è bellissimo
smarrirsi in altre vite, soffermarsi su una quotidianità così
diversa e così vivida (sia pure, talvolta, desolante) e ancora di
più accompagnarsi alle protagoniste che, ognuna a modo proprio, sono
donne complesse e piene di contraddizioni.
La
vicenda del XVI secolo, peraltro, mi ha infuso genuina curiosità,
cambiando toni, prospettive, e affrontando questioni tragiche e
drammatiche, alternando, sul piano emozionale, paura, tristezza,
rabbia e speranza, mentre la trama moderna procede in modo più
prevedibile, a tratti persino stucchevole, con tanto di parentesi
romantica… E se a volte passare da un tempo all’altro mi ha
irritata, rendendomi irrequieta, perché avevo brama di continuare,
altre mi sono goduta la doppia traccia narrativa, in quanto mi ha
permesso di far sedimentare gli eventi.
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