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venerdì 14 ottobre 2016

Una voce che è giusto ascoltare

LA FORZA DELLA RAGIONE
di Oriana Fallaci


Secondo volume della “Trilogia di Oriana Fallaci”, nato come Post Scriptum de “La Rabbia e l’Orgoglio”, ma di fatto dotato di una sua impronta e indipendenza, è potente, fluido e incisivo, ma, a mio avviso, inferiore al capostipite.
Intanto perché, per quanto questa volta, nelle intenzioni, si faccia leva, non su rabbia e orgoglio, ma, appunto, sulla forza della ragione, l’opera risulta più esasperata, più amara (sebbene per motivi assolutamente umani e comprensibili); in secondo luogo a causa del lungo – e pur interessante – riepilogo storico, preciso, accurato ma, a mio giudizio, parziale; in ultimo perché, semplicemente, a livello letterario risulta meno efficace, e ciò proprio per via delle digressioni, che, invece, nel primo tomo della trilogia mi apparivano necessarie e più armoniose.
Personalmente non riesco ad essere d’accordo su tutto: condivido tanti concetti, tanti ragionamenti, tante conclusioni, ma altrettanti mi suonano eccessivi, mentre su altri ancora sospendo il giudizio non ritenendo di avere sufficienti elementi per esprimermi.
Ad ogni modo non posso che provare ammirazione per il rigore morale di una donna che sostiene ogni sua opinione con i fatti di tutta la vita, una donna che comunque ha (non mi sento di usare il passato) una visione delle cose più ampia e ragionata della mia, coraggio, intelligenza e passione, e che, per giunta, è dotata di una veemenza tale da farmi sovvenire, mentre ripenso alla sua scrittura coinvolgente e incendiaria, l’ardore del fuoco e l’impeto delle fiamme.
Insomma, reputo che a prescindere dalle soggettive convinzioni la sua sia una voce che è giusto (oltre che bello e stimolante) ascoltare, come, del resto, se davvero siamo in una democrazia, è doveroso ascoltare tutte le altre…
Se invece, come temo, il se è in discussione – per cui non siamo in una democrazia, ma in una dittatura mascherata o peggio in un’oclocrazia – beh allora leggere la Fallaci assurge addirittura ad imperativo categorico.
Perché, per quel che ho constatato, lei è lei, senza filtri, piaggerie o censure, e soprattutto è profondamente morale e sincera.

Insomma, che sia d’accordo su tutto o no (o che non la sia ancora o no, perché a volte è solo questione di metabolizzare), grazie O. F. e I love you.

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