IL
LIBRO DEI PERSONAGGI LETTERARI
di Fabio Stassi
Opera
succulenta, questa, in cui sono incappata per caso e senza esitazioni
ho fatto mia. Unica pecca: comprende i personaggi dal dopoguerra ad
oggi (ma è onesta, è ciò viene precisato sin dalla copertina).
D’altro canto, come ci informa l’introduzione, esiste già un
volume che si occupa dei personaggi letterari antecedenti: il
“Dizionario dei personaggi di romanzo” di Gesualdo Bufalino, il
quale, però, ahimè, al momento non è disponibile…
Comunque
qui troviamo, ad esempio: Clara de “La Casa degli Spiriti”, Hervé
Joncour di “Seta”, Guy Montag di “Fahrenheit 451”, Woland e
Ponzio Pilato de “Il Maestro e Margherita”…
Personalmente
non condivido sempre la scelta delle opere, né tanto meno, in
riferimento ad un’opera che avrei scelto io stessa, il personaggio
preso in esame (ad esempio, de “La famiglia Moskat” avrei
privilegiato Asa Heshel al Patriarca, che tra l’altro non vive
manco fino a pagina 200, se ben ricordo)… ma questo non è un
difetto, solo un punto di vista.
Per
il resto il libro è favoloso, più di quanto ci si potrebbe
aspettare limitandosi a sbirciarlo!
Intanto
mi piace l’approccio, sulla falsa riga de l’“Antologia di Spoon
River”: ogni personaggio parla di sé in prima persona, come se
riposasse sulla collina, e ci racconta la sua vita in modo puntuale,
con preziose allusioni testuali, ma al contempo abbastanza
intimamente da commuoverci, e in modo sufficientemente evanescente da
non rovinarci la lettura del romanzo da cui proviene, qualora
dovessimo ancora affrontarla… Insomma, un
volume che è una lista, ma che è ben lungi dal ridursi ad essa
(e piuttosto corrisponde ad una raccolta di saggi lirici, brevi,
incisivi, ma di una dolcezza devastante)!
La
prosa è ottima, ricercata, poetica e pervasa d’amore, ma non
ripetitiva, nemmeno a livello di singoli vocaboli, stupenda da
leggere ex sé, come intrattenimento, per puro piacere, derivante in
primis dalla bellezza del testo e, solo secondariamente stuzzicante
per le sue origini letterarie (benché per questo motivo l’abbia
acquistata). La selezione, inoltre, offre un panorama vasto e
stimolante, dipanandosi in base all’anno di pubblicazione delle
opere in oggetto, e quindi iniziando con Francesco Ingravallo, 1946,
di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio
Gadda, e finendo con Turambo, 2013, di “Gli angeli muoiono delle
nostre ferite”, di Yasmina Khandra.
In
tutto comprende 300 personaggi e, vi assicuro, potete “ascoltarli”
tutti di fila, senza stancarvi. Piuttosto vi indurranno a scoprire
opere nuove o vi faranno venire voglia di rispolverare
nostalgicamente quelle già vissute, regalandovi, ogni volta,
un’emozione o un paradigma…
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