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lunedì 3 ottobre 2016

Un volume che è una lista

IL LIBRO DEI PERSONAGGI LETTERARI
di Fabio Stassi


Opera succulenta, questa, in cui sono incappata per caso e senza esitazioni ho fatto mia. Unica pecca: comprende i personaggi dal dopoguerra ad oggi (ma è onesta, è ciò viene precisato sin dalla copertina). D’altro canto, come ci informa l’introduzione, esiste già un volume che si occupa dei personaggi letterari antecedenti: il “Dizionario dei personaggi di romanzo” di Gesualdo Bufalino, il quale, però, ahimè, al momento non è disponibile…
Comunque qui troviamo, ad esempio: Clara de “La Casa degli Spiriti”, Hervé Joncour di “Seta”, Guy Montag di “Fahrenheit 451”, Woland e Ponzio Pilato de “Il Maestro e Margherita”…
Personalmente non condivido sempre la scelta delle opere, né tanto meno, in riferimento ad un’opera che avrei scelto io stessa, il personaggio preso in esame (ad esempio, de “La famiglia Moskat” avrei privilegiato Asa Heshel al Patriarca, che tra l’altro non vive manco fino a pagina 200, se ben ricordo)… ma questo non è un difetto, solo un punto di vista.
Per il resto il libro è favoloso, più di quanto ci si potrebbe aspettare limitandosi a sbirciarlo!
Intanto mi piace l’approccio, sulla falsa riga de l’“Antologia di Spoon River”: ogni personaggio parla di sé in prima persona, come se riposasse sulla collina, e ci racconta la sua vita in modo puntuale, con preziose allusioni testuali, ma al contempo abbastanza intimamente da commuoverci, e in modo sufficientemente evanescente da non rovinarci la lettura del romanzo da cui proviene, qualora dovessimo ancora affrontarla… Insomma, un volume che è una lista, ma che è ben lungi dal ridursi ad essa (e piuttosto corrisponde ad una raccolta di saggi lirici, brevi, incisivi, ma di una dolcezza devastante)!
La prosa è ottima, ricercata, poetica e pervasa d’amore, ma non ripetitiva, nemmeno a livello di singoli vocaboli, stupenda da leggere ex sé, come intrattenimento, per puro piacere, derivante in primis dalla bellezza del testo e, solo secondariamente stuzzicante per le sue origini letterarie (benché per questo motivo l’abbia acquistata). La selezione, inoltre, offre un panorama vasto e stimolante, dipanandosi in base all’anno di pubblicazione delle opere in oggetto, e quindi iniziando con Francesco Ingravallo, 1946, di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda, e finendo con Turambo, 2013, di “Gli angeli muoiono delle nostre ferite”, di Yasmina Khandra.

In tutto comprende 300 personaggi e, vi assicuro, potete “ascoltarli” tutti di fila, senza stancarvi. Piuttosto vi indurranno a scoprire opere nuove o vi faranno venire voglia di rispolverare nostalgicamente quelle già vissute, regalandovi, ogni volta, un’emozione o un paradigma…

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