BRIDGET
JONES’S BABY – I DIARI
di Helen Fielding
Dov’è
finita la continuity con il terzo volume? Mi riferisco ad “Un amore
di ragazzo”, che sembra completamente dimenticato…
Qui
Bridget è ringiovanita e quasi quarantenne, senza prole (beh,
dipende dai punti di vista) e Mark Darcy è di nuovo sulla piazza!
No,
sul serio, al di là della gioia immediata provata appena reperito il
volume in libreria, sono rimasta abbastanza male nel constatare che
andiamo indietro anziché avanti…
Ad
ogni modo, amen, vorrà dire che mi accontenterò di veder colmato un
vuoto (quello tra il secondo e il terzo volume, appunto, abbastanza
grosso)…
L’inconveniente
è che si sa sin dalla prima pagina, allora, si sa chi è il padre
del bimbo di Bridget e dove alla fine si andrà a parare (evito
spoiler, ma gli aficionados sanno).
Per
il resto, leggere Helen Fielding è come sempre fantastico.
Coinvolgimento immediato, risate a crepapelle, femminilità
esasperata, caotica e deformata, simpatia, e una spruzzata di
romanticismo non troppo fastidioso.
Certo,
a volte la protagonista mi sembra eccessivamente stereotipata, così
insicura, priva di autostima e avvinazzata, e non mi ci rispecchio
più di tanto (in effetti, non mi ci rispecchio per niente), laddove
i suoi stessi desideri e ambizioni sono lontani anni luce dai miei…
ma la trovo comunque gradevole e mi diverte seguire le sue assurde
peripezie.
E
ciò, principalmente, per lo stile fulminante dell’autrice, che,
prima di qualunque altra cosa, oltre a scorrevolezza e fluidità,
vanta tempi comici inappuntabili, ironia, autoironia e uno squisito
gusto per la contraddizione.
A
parte ciò, spero che, se ci sarà un prossimo volume, la pianteremo
con le schermaglie tra Daniel e Mark, riprendendo da dove eravamo
rimasti, oppure, semplicemente, passando oltre.
Magari
ad un nuovo personaggio.
P.S.
Lo
so, non ho ancora recensito i primi due romanzi… Lo farò! Prometto
che lo farò!
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