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martedì 16 maggio 2017

Sfracellarsi come Tom Hanks

IL RAGNO SI BUTTA DALL'AEREO
(COL PARACADUTE)


Quando il mio fratellino – il Ragno, appunto – mi ha annunciato che l'avrebbe fatto, che per la Laurea i suoi amici gli avevano regalato da vivere quest'esperienza estrema,  mi è venuto male (le altezze mi terrorizzano, mi terrorizza il vuoto, soffro di vertigini e un po' anche lui).
Poi mi è venuto peggio (i paracadute a volte non si aprono, i tiranti si attorcigliano, la gente si ammazza, cade, si spiaccica, muore. Kaputt!!!).
Poi mi sono dimenticata (è passato del tempo, io sono finita in altri mondi e in altre storie...).
E sì che in seguito il cucciolo mi aveva ribadito la data, il 7 maggio, ma con un notevole anticipo e così, dopo una giornata di ossessioni e angosce, mi sono scordata di nuovo...
Fino a che... Una sera mon amour mi fa vedere un film su un disastro aereo scampato (Sully). 
Poi, con aria birichina, mi avverte: c'è ancora una cosa che devo farti vedere. 
Mi aspetto scene tagliate o dietro le quinte.
Mi aspetto Tom Hanks.
MPM mi mostra quel che mi deve mostrare direttamente in Tv, non sul pc.
MPM è sadico.
Ed ecco che – dopo gli incubi in cui Tom Hanks si sfracella a destra e a sinistra – il Mio Perfido Marito mi fa vedere questo:


L'agnizione mi ha travolta e mi sono venute ansia e vertigini a distanza! Ma anche  moti di orgoglio sororale per quanto è carino il mio piccolo e sorridente e temerario... Certo, anche pazzo! Ma è stato emozionante e bellissimo! E mi è parso di sentire l'aria nella pancia e in faccia, e l'abisso ovunque... Ma non è stato brutto, anche se lo stomaco mi si è contorto lo stesso... E' stato eccezionale!!! E, cavoli, mi è venuta voglia di farlo anche io. 
Così l'ho fatto, nel senso che ho riguardato il tutto immaginandomi di essere al posto di mon petit frère.
Realisticamente mi sono detta: 
0,45: Ecco, questo è il punto in cui ci sto già ripensando, ma faccio finta di no, e sorrido anche se dentro mi sta crescendo un urlo di panico.
0,50: Ecco, adesso insulto l'istruttore per il solo gusto di farlo, ma gli assicuro che no, non voglio tornare indietro: sono una testa di beep e piuttosto crepo.
0,52: Ora realizzo che effettivamente potrebbe proprio succedere Ah! Ah! Ah! 
1,18: Il mio cervello, allarmato, mi dice: Scappa! Sei ancora in tempo! Scappa!, ma io faccio finta di niente. 
1,22: Ecco, questo è il punto in cui mi suicido mentalmente, pensiono il mio cervello ed entro in una sorta di coma vigile... Intanto, nel vuoto cosmico del cranio, ripeto il mio mantra: l'orgoglio prima di tutto!
2,27: Mi sveglio, cerco di sganciarmi dall'istruttore (se serve lo meno) e mi attacco alla gamba del pilota giurando e spergiurando che non mi staccherò mai e poi mai, neanche per tutto l'oro del mondo!
2,47: Questo è il punto in cui probabilmente il pilota mi dà un calcio e si libera di me.
2,50: Ormai i miei pensieri si riducono ad uno: paurapaurapaura...
2,54: Ho il primo infarto.
3,03: Ho il secondo infarto.
3,13: Vomito.
3,14: Il mio vomito mi torna in faccia.
3,15: Ho il terzo infarto, urlooooooooooooooooooooo e svengo.
3,49: Sono ufficialmente morta e ho la faccia sporca di vomito.
4,32: Riesco lo stesso a spaccarmi una gamba.
4,33: E anche l'altra.

Così vengo a più miti consigli e decido che non farò mai l'esperienza. E poi, che cavolo, se mi succedesse qualcosa come farebbe il mondo senza di me?

La verità è che, benché fosse tardi, avevo una voglia matta di telefonare subito al Ragno per chiedergli della sua avventura. Mi sono trattenuta... Ad ogni modo, ecco quel che mi ha raccontato successivamente, con ancora la luce negli occhi, mentre io lo “intervistavo”:

E' stato bellissimo, e mi sono divertito un sacco!!!
L'istruttore era simpatico e c'era un bel clima rilassato, mi ha messo subito a mio agio!
No, non ho avuto paura, ma è stato impressionante vedere la gente che, quando si avvicinava all'uscita, veniva risucchiata fuori dall'aria... 
Io sono uscito per ultimo perché, a quanto pare, ero il più leggero. 
Eravamo a Garzigliana, a sud di Pinerolo. 
Prima del volo mi hanno spiegato come buttarmi e come atterrare. 
No, mentre precipitavamo l'istruttore non mi stava dicendo di salutare: mi invitava a muovere la mano ad onda, perché quando sei in caduta libera è divertente come effetto, ma io non capivo... Me lo aveva spiegato anche prima di buttarmi, ma mi ero dimenticato. 
Eravamo a 2000 metri di quota. 
In principio avevo freddo, ma una volta aperto il paracadute stavo bene: il sole si sente tantissimo, lassù! 
Altroché se mi piacerebbe rifarlo!!! E' stato meraviglioso!”

Alla prossima!
Baci e spari.

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