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venerdì 15 dicembre 2017

Alla ricerca del mio passato scolare

CHE DICE LA PIOGGERELLINA DI MARZO
Le poesie dei libri di scuola degli anni Cinquanta


Ovviamente io a scuola negli anni ‘50 non ci sono andata, nel senso che ci è andata, semmai, la mia Mater, tuttavia non appena ho letto il titolo di questo curiosa raccolta non ho potuto che far eco con tenerezza alla poesia di Angiolo Silvio Novaro ripresa nel titolo con un bel  “che picchia argentina/ sui tegoli vecchi/ del tetto, sui bruscoli secchi/ dell’orto, sul fico e sul moro/ ornati di gemmule d’oro?”, perché, ridendo e scherzando, le poesie dei libri di scuola degli anni 80 erano pressoché le stesse identiche.
E dunque eccomi a scorrere avidamente le pagine in cerca di brandelli delle mie Elementari…  E devo dire che, al di là dell’effetto nostalgia, mi sono divertita e commossa. Ci sono infatti componimenti struggenti e ispirati, come l’immancabile “Pianto Antico” di Giosuè Carducci o la poesia – che ho sempre adorato, benché non sia forse annoverabile tra i capolavori immortali della letteratura – che Camillo Sbarbaro ha dedicato a suo padre, o la stupenda “X agosto” di Giovanni Pascoli, come pure, sinceramente, robe ridicole, stucchevoli e imbarazzanti, pregne di umorismo involontario, che strepitano di valori ormai desueti o, attualmente, persino grotteschi (tipo l’amor di patria).
Al di là di ciò, questo è stato, almeno per me, un doppio viaggio, in primis alla ricerca, appunto, del mio passato scolare, in secundis, beh, se vogliamo, di un insolito affresco sociologico, stantio quanto improbabile e buffo ( a questo proposito rimando alla sagace introduzione al volume di Pietro Dorfles e alla gustosa premessa dell’editore).
A ciò, sono seguite alcune stupefacenti agnizioni… Ad esempio, chi si ricordava che “La Notte Santa” (che in II° Elementare la maestra ci aveva fatto interpretare per Natale) fosse di Guido Gozzano? 
Insomma, un librino divertente, che bramavo senza saper di bramare e che mi ha consentito di dare sostanza ad alcune reminiscenze impigliate nella mia memoria le quali, tuttavia, senza aiuto non avrebbero saputo trovare la loro voce.    
Graditissimo.

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