Se ti è piaciuto il mio blog


web

martedì 26 dicembre 2017

Ipocrisia e buonismo di massa

LA SVILENTE CONDOTTA DI UN TIZIO IN STAZIONE


Questo è un fatto a cui ho assistito di persona una mattina di qualche giorno fa e che mi ha fatto vergognare di essere italiana.
Preciso di non essere una di quei fanatici pro immigrazione, acritici e ingenui, che vedono il mondo con gli occhi a forma di cuore. Preciso di non essere neppure una di quegli ipocriti che si schiera per convenienze varie, mascherate da buonismo di massa. In linea di massima, io aderisco più al tipo della nichilista rassegnata e ho, quindi, un punto di vista neutro, privo di pregiudizi di sorta. 
Veniamo allora al fatto.
Siamo in stazione, nella sala d'attesa. Un ragazzo di colore mette il suo tappetino per terra e inizia a pregare. Lo fa a voce bassa, quasi bisbigliando. A volte si genuflette, si prostra; altre si alza. Non disturba nessuno. Posso affermarlo con certezza perché io ero l'unica seduta lì vicino e praticamente non lo sentivo.
Tuttavia, atteso che a noi tocca togliere i crocifissi da scuola (che scemenza), se qualcuno si fosse sentito urtato dalla faccenda avrei ancora potuto capire. In fondo, il ragazzo avrebbe potuto andarsene altrove a pregare (se non l'ha fatto, poveretto, probabilmente è perché stava morendo di freddo): la sala d'attesa di una stazione può essere considerata un luogo inopportuno per tali manifestazioni. Ma nessuno si è avvicinato chiedendogli di spostarsi o di smetterla. Nessuno ha brontolato o ha interloquito.
In compenso, un tizio – armato di macchina fotografica e teleobiettivo – mentre consumava la colazione al bar lo ha notato è ha iniziato a strepitare, ad agitarsi, a ridere, e a scattare foto a raffica alle spalle del ragazzo, con tanto di flash. Sembrava una scimmia al Circo.
Io ovviamente, indignata, mi sono alzata e mi sono messa in mezzo, per ostruirgli la visuale.
Il tizio mi ha fatto cenno di spostarmi, scocciato.
Io, più scocciata di lui, gli ho risposto di scordarselo e sono rimasta lì impalata finché non ha rinunciato.
Dico, ma si può? Si può essere tanto irrispettosi? Tanto ottusi? Tanto ignoranti? 
Che disgusto.
Che tristezza.
E, si badi, non si trattava di uno studentello con gli ormoni a palla nato col cellulare in mano, ma di un uomo sulla sessantina abbondante e dall'aspetto assolutamente normale.
Non so che cosa farà delle maledette foto che ha scattato.
Spero che gli si infilino nell'omega. 
E che mentre sta agonizzando, qualcuno fotografi lui.

Nessun commento:

Posta un commento