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mercoledì 13 dicembre 2017

Fantascienza che ti toglie il fiato

IL RACCONTO DELL’ANCELLA
di Margaret Atwood


Trama magistrale per questo sconvolgente e bellissimo romanzo di Margaret Atwood, che poi è, a grandi linee, la stessa della Serie Tv e della pellicola cinematografica che ne sono scaturite (si veda post 27 ottobre 2017). Qualche differenza c’è (si vedano, ad esempio, la madre della protagonista o le connotazioni linguistiche),  ma di poco conto, anche se…
Ecco, a leggerlo, e fare un confronto con i suoi derivati, si ha come l’impressione che tutte le tessere del mosaico trovino la loro corretta collocazione e correlazione. 
Perché ci viene spiegato qualche dettaglio in più (ad esempio, circa il nome di Serena Joy o sulle attività delle Colonie o sul significato delle passeggiate al Muro), benché, al contempo, il confine tra implicito ed esplicito sia assai più marcato, e si lascino più cose all’immaginazione del lettore. Il vero nome di Difred, per esempio, non ci viene mai rivelato, ma soprattutto è diversa la conclusione, più aperta, più incerta, e, se devo dirlo, decisamente più bella.
Sia nel film che nella Serie Tv – in cui pure si sottende una seconda stagione – appariva frettolosa, sbrigativa e, nel complesso, un po’ deludente.
Qui, invece, è perfetta in totale equilibrio con quanto è avvenuto prima e con i nostri sentimenti, senza facili soluzioni o passaggi scontati.
Fantascienza, dunque, ma di quella che ti toglie il fiato, occhieggiando al 1984 di Orwell e al femminismo, introspettiva, spietata, intelligente, e acuminata come uno stiletto.
Lo stile dell’autrice, poi, è cadenzato e quieto, con un ritmo tutto suo che sa di interiorità, di rielaborazione,  e costituisce un perfetto contraltare con le atrocità che descrive, sul piano psicologico, più che su quello materiale, in cui invece viviamo gli orrori descritti quasi di riflesso, senza che ci venga mai mostrato nulla in presa diretta (ma è comunque più che abbastanza). 
Che altro dire?
Che ho già comprato “Per ultimo il cuore” e “L’altra Grace”, sempre della Atwood e che non vedo l’ora di iniziarli.

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