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giovedì 28 dicembre 2017

Nessuna storia da raccontare

STAR WARS VIII – GLI ULTIMI JEDI
di Rian Johnson
(2017)


Meno squallido del precedente (del resto, peggiore non avrebbe potuto essere), meno disomogeneo, meno pedissequo, con qualche idea e qualche sforzo (e persino sfumatura) in più. Ma comunque viziato dalle sue premesse improbabili e farraginose, irto di battute stantie e fuori luogo, vilipeso dai nuovi interpreti, piatti e senz'anima, e dall'eccesso di retorica, dai passaggi drammatici volutamente forzati, per tacere della diffusa propensione all'autoimmolazione gratuita: troppi kamikaze finiscono per togliere significato più o meno ad ogni sacrificio, che presto suona come inflazionato e miserello e pare, più che un atto eroico, quello di uno sfigato in cerca di attenzioni.
L'inizio è abbastanza dinamico, ma incapace di coinvolgermi in quanto frutto di troppe incoerenze, banali e cortigiane, che, di nuovo, non sono che la replica, depauperata, degli stilemi della trilogia classica. Il problema dei personaggi sterili e bidimensionali si accentua, facendomi sperare in un attacco di Aliens o di Critters assassini. I dialoghi sono privi di pathos; eresie sparse si altenano a ridicolaggini spacciate per momenti comici (Porg? Maddài! Diciamo che abbiamo bisogno di produrre merchandising). Il giochino del remake mascherato da sequel continua (rubacchiando persino qualcosina a Star Trek). Rei è una piattola lacrimosa. Kylo Ren è una piattola lacrimosa. Persino Luke è una piattola lacrimosa. In più sono tutti scorbutici. Le giustificazioni alla base del passaggio al lato oscuro di Kylo Ren sono doppiamente campate per aria, in ordine tanto all'evoluzione psicologica di Luke quanto dello stesso Kylo Ren, buttate lì senza criterio giusto per creare il colpo di scena. Il doppiatore di Yoda non si può sentire (e da quando chiama Luke per cognome?). D-3BO non fa più ridere, ma fa venir voglia di consegnarlo ai Jawas affinché lo smantellino. Non ho commenti, invece, per la trasformazione di Leila in Superman, supremo apice di bruttezza e non-sense... Forse la Disney vuole comprarsi anche la DC e inizia a fare pubblicità. Non trovo altre spiegazioni.
Ah, sì... Poi ci sono gli effetti speciali.
Che non mi interessano. 
Nel complesso, il film è troppo lungo, stenta, traballa, a tratti pare che la sceneggiatura sia stata scritta con un'accetta: le capacità tattiche della Resistenza sono inferiori a quelle delle lumache di mare. Snoke riesce nella difficile impresa di rivelarsi un cattivo più deludente di Darth Maul.
E' vero, Rian Johnson cerca di colmare qualcuna delle tragiche voragini del VII, ma i miracoli non li può fare e crea ulteriori voragini ancora più ulcerose. Cerca di approfondire il misticismo legato alla Forza, purtroppo bypassando troppe volte il canone di Lucas.
In generale, rispetto al VII, il film è meno stupido, meno banale, meno palloso. E nei passaggi finali, quanto meno, riesce a svincolarsi dalla zavorra de “Il Risveglio della Forza” e di applicare con più impegno la formula vuota di “ricalca e ribalta”, che, se non altro, finisce con l'avere meno il sapore metallico dell'espediente e ad assomigliare un po' di più ad un abbozzo di trama... 
Ammettiamolo, tra una copiatura, una corbelleria e uno svarione, a fare un film, questa volta, ci hanno provato e Kylo Ren, nonostante il suo aspetto da racchia isterica, dopo qualche falsa partenza migliora notevolmente e fa scaturire persino un paio di scintille di interesse. 
L'impressione, tuttavia, è che in questa nuova trilogia non ci sia nessuna storia da raccontare, ma, semplicemente, si cerchi la fortuna al botteghino, mescolando (male) idee vecchie e rilucidate per l'occasione ad un'accozzaglia di improvvisazioni fan service. 

Voto 5+. Al VII avrei dato 0 - - -.

Motivi di interesse:
Luke si rifugia ad Alberobello, infatti ci sono i trulli (MPM).
Luke sembra Tyrion Lannister, solo più anziano, più alto e meno fico.
Il femminismo imperante nelle fila della Resistenza.

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