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martedì 20 gennaio 2015

In una parola: letteratura


I RAGAZZI BURGESS
di Elizabeth Strout
 

 
Dove lo stupido scherzo di un ragazzino triste (perché di quello si tratta) diventa un crimine d'odio, e come tale viene affrontato dalla giustizia e dai Media, fino a che il tessuto della quotidianità si sfalda, e tu (chiunque sia tu, dei tre protagonisti principali) ti accorgi, seppur per motivi diversi, di aver sempre vissuto in una quieta disperazione... E sullo sfondo, a complicare ulteriormente le cose (che sono la somma dell'oggi, ma anche dei molti ieri) un trauma del passato... Non poi così misterioso, ma diverso da come ci si ricorda.

E allora, a guardarti dentro, ti scopri differente dall'idea che avevi di te, oppure ti senti un bluff (e magari lo sei davvero), dinnanzi alle aspettative o al giudizio degli altri, che, plausibilmente, sino ad ora ti hanno mitizzato, accecati dall'ammirazione e dall'affetto...

Il romanzo indaga su quel che si cela tra i rapporti fra fratelli (e sorella), sul peso del silenzio, del non detto (classico tema della Strout), e su quel che si trova grattando sotto la patina della superficie... Ma non ogni prova finisce male: gli equilibri si ricompongono e le dinamiche familiari trovano un nuovo ordine; ciò che si è diviso si unisce in una forma più genuina, più autentica; e ciò che si è unito si divide, seppur, come abbiamo appreso, nulla sia per sempre.

Nel complesso, l'opera risulta più lineare rispetto alle precedenti della Strout, più immediata, e sì, più semplice, più piacevole, ma non meno profonda, acuta e perspicace. La storia ti avvolge nelle sue volute, come fumo, ma anziché allungarsi, e biforcarsi (come è accaduto, ad esempio, in “Olive Kitteridge” o in “Resta con me”), va sempre più in fondo, scoprendo che cosa c'è dopo ogni strato... Come a dimostrarci – anche con il confronto somali/americani – quanto molteplici siano le spigolature di ogni verità, che non è mai una, nemmeno per le questioni del passato, sempre date per assodate e certe.

In una parola: letteratura.

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