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giovedì 29 gennaio 2015

Un soliloquio disperato


LETTERA DI UNA SCONOSCIUTA
di Stefan Zweig
 
 
Più un racconto che un romanzo, davvero breve, circa 80 paginille da leggere in un'oretta scarsa.

Narra di uno scrittore che riceve una lettera spessa e corposa da una sconosciuta, una donna cui è appena morto il figlioletto... Nel prosieguo, tuttavia, emergono alcuni dettagli: ad esempio che la sconosciuta, pur restando tale, invero proprio tale non è...

Si tratta di una storia d'amore bizzarra, straziante, un poco crudele, nutrita di illusioni e fantasticherie, in cui i due amanti non si conoscono, eppure sì, a livello “biblico”... Il che, per certi versi, la rende melodrammatica e patetica (ma non necessariamente in senso negativo), tanto che appare quasi strano che in realtà l'autore sia un uomo.

La verità, infatti, è che il protagonista ha pur fugacemente frequentato l'ignota corrispondente da bimba, l'ha incrociata da donna, in varie occasioni, e con diversi esiti, e mai l'ha riconosciuta.

Quello che ci troviamo dinnanzi, dunque, è un soliloquio disperato e palpitante, che a tratti può essere tacciato di eccesso, a momenti arriva addirittura ad essere irritante, o a farci a puntare il dito (contro di lui, incurante e superficiale, contro di lei, maniaca e senza stima di sé), ma se ci si lascia trasportare, se si accetta la drammatica inverosimiglianza di fondo (o la sua ossessionante follia) e il carattere assurdo dei protagonisti, si finisce con l'apprezzarne la sensibilità e il pathos, la delicatezza, l'eleganza, i molti accenti riusciti, la scrittura squisitamente fine... Fino a che qualche velo viene finalmente scostato e allora affiora il senso autentico della missiva, che fa breccia in noi, trafiggendoci e lasciandoci allibiti, spogliati di qualcosa che neppure sapevamo esserci, proprio come accade al suo ignaro destinatario.

Le ultime frasi sono le più belle e ti lasciano sensazioni profonde e contrastanti, che ti fanno desiderare di ripercorre tutto da capo.

Anche se, magari, non hai davvero la forza di farlo...

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