BILANCIO
ANNUALE LETTURE LIBRI
Come
promesso, eccoci qua.
Ebbene,
nel 2014 ho letto 86 libri (alcuni già recensiti), indi 33 più
dell'anno scorso, ma naturalmente questo di per sé non è molto
significativo, atteso che tanto dipende dalla lunghezza/complessità
delle opere...
Ad
ogni modo:
assegno
il primo Otta Awards (Ha! Ha! Mi compatisco da sola) ad Haruki
Murakami come miglior autore prolifico scoperto quest'anno: mi piace
moltissimo! Nella sua produzione sono riconoscibili due filoni:
quello sentimentale, finemente scritto, ma nella media, e quello
fantastico, che spesso sfiora il puro genio! La mia preferenza a
questo, ovviamente: applausi e complimenti!
Al
secondo posto, invece, piazzo Philippe Daverio, con i suoi libri di
Arte, curiosi e divulgativi. Al momento ho letto i primi due della
serie “il Museo Immaginato”, ed ora aspetto mi arrivi il terzo
(già ordinato), mentre ho tra le mani “Guardar lontano, veder
vicino”, che comincerò appena finite le “vacanze”. Inchini e
ossequi.
Al
terzo, Don Winslow, dallo stile ironico e cinematografico, che
ammiro, benché l'hard boiled/poliziesco/azione non sia il mio
genere. Comunque, chapeau!
Tra
i romanzi più belli letti quest'anno, invece, annovero (in ordine
sparso): “Kafka sulla spiaggia” e “La fine del mondo e il paese
delle meraviglie” di Murakami, “Stoner” di J. Williams (una
rivelazione!), “La mia famiglia e altri animali” di Gerald
Durrell (splendido!), “E ora parliamo di Kevin” di Lionel Shriver
(per certi versi una colica renale che ti strappa l'anima, ma
assolutamente da leggere), “Estate di follia” di Mark Childress
(pieno di amore e calore umano!), “Lasciami entrare” di Linqvist
(soprattutto a livello concettuale), e “Il Maestro del Giudizio
Universale” di Perutz (una vera sorpresa!).
Tra
i libri più interessanti, invece (non romanzi) il premio va, a pari
merito, a “Il mondo del Ghiaccio e del Fuoco”, che presto
recensirò, sulla Storia dei Sette Regni di Martin, e il “Manuale
per sopravvivere agli zombie” di Max Brooks, utilissimo;) e
spassoso!
Un
premio speciale, invece, al “Dizionario degli anni 80” di
Nardo-Pascutti, perché ne avevo proprio bisogno: grazie!
Tra
i ritorni più graditi. Jonathan Carroll con “The Ghost in Love”
8letto nel 2014), “Smith & Wesson” di Baricco, “La regola
dell'equilibrio” di Carofiglio e, naturalmente, il terzo romanzo di
“Bridget Jones” di Helen Fielding (Di nuovo, io l'ho letto a
gennaio scorso, ma è del 2013).
Tra
le delusioni più cocenti, invece, a cui attribuisco un MPM Awards
(Ha! Ha! Dai scherzo, mon amour!) ricordo “Splendore” della
Mazzantini (sempre 2013 – che pure è la mia scrittrice italiana
vivente preferita) e “L'esilarante mistero del papà scomparso”
di Neil Gaiman (anche lui, uno dei miei scrittori preferiti, che amo
con tutto il cuore, ma che ci ha comunque consolato con “Sandman
Overture” e con “Cose fragili”, benché fosse una vecchia
antologia e avessimo già letto parecchi racconti ivi contenuti), e
“Doctor Sleep” e “Mr. Mercedes” di Stephen King (idem come
sopra, povero caro... Il problema, probabilmente, è proprio che le
mie aspettative sono troppo alte, anche se, Jonathan Carroll, invece,
mi è parso all'altezza di se stesso).
Romanzi/libri
davvero brutti... direi nessuno!
Come
sempre, se qualcuno avesse da muovere appunti o elargire consigli,
faccia sentire la sua gradita voce!
A
domani con i fumetti.
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