IL
GIUNCO MORMORANTE
di Nina Berberova
1939,
Russia (?). Il Punto di vista è quello di lei, sofferente perché
deve separarsi dal suo grande amore, che deve tornare a Stoccolma per
via della Guerra... Sappiamo già che non si vedranno per sette anni.
Quando si rincontrano però, casualmente, dopo che lei si è convinta
che lui fosse morto, visto che le lettere che lei gli inviava
tornavano al mittente intatte, scopre che lui è sposato...
La
trama poteva andare in molte direzioni, rischiando di ridursi ad una
storiella per signorine (benché stilisticamente pregevole ed
esteticamente preziosa), ma ha scelto la via più originale (e la più
dignitosa), che ci strapperà un sorriso, offrendoci, nel contempo,
un squarcio romantico, intenso e molto, molto profondo... Che, per
molti versi, inizia e finisce nella meravigliosa Terra di nessuno...
Il
titolo (bellissimo) è stato mutuato su poesia di Tjutcev (e i versi
delle poesia russa verranno spesso evocati... pare ce ne sia uno
adatto ad ogni situazione), la protagonista narratrice è
meravigliosa e splendidamente femminile, lui, Ejnar, il suo amato,
rimane giustamente un personaggio un po' incolore, sullo sfondo,
speciale solo per il fatto di essere amato da lei... Non riceveremo
spiegazioni da lui, né conosceremo il suo modo di pensare, ma è
facile attribuirgli delle caratteristiche facendo la somma dei suoi
comportamenti: in sostanza il perfetto prototipo di tutti gli uomini
fedifraghi, vigliacchi ed egoisti, privi del benché minimo rispetto
per gli altri (e mi sto ammirando da sola per il fatto di non usare
parole più marroni) che però, ahimè, la nostra lei continua contro
ogni evidenza ad amare... La triste verità è che, purtroppo e
assurdamente, anche di questo genere di fanciulle esiste un
prototipo... e la nostra eroina, in principio, sembra portata a
ricalcarlo, nonostante molti “nonostante”, laddove invece alla
fine...
Cortissimo,
neanche ottanta pagine, più un racconto che un romanzo... ma colto,
raffinato, ricco di eleganza, ma lungi dall'essere mera espressione
di virtuosismo, è emozionante, intriso di sensibilità, di grazia,
di passione... Ma pervaso di delicata razionalità.
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