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lunedì 12 gennaio 2015

Ricco di eleganza


IL GIUNCO MORMORANTE
di Nina Berberova
 
 
1939, Russia (?). Il Punto di vista è quello di lei, sofferente perché deve separarsi dal suo grande amore, che deve tornare a Stoccolma per via della Guerra... Sappiamo già che non si vedranno per sette anni. Quando si rincontrano però, casualmente, dopo che lei si è convinta che lui fosse morto, visto che le lettere che lei gli inviava tornavano al mittente intatte, scopre che lui è sposato...

La trama poteva andare in molte direzioni, rischiando di ridursi ad una storiella per signorine (benché stilisticamente pregevole ed esteticamente preziosa), ma ha scelto la via più originale (e la più dignitosa), che ci strapperà un sorriso, offrendoci, nel contempo, un squarcio romantico, intenso e molto, molto profondo... Che, per molti versi, inizia e finisce nella meravigliosa Terra di nessuno...

Il titolo (bellissimo) è stato mutuato su poesia di Tjutcev (e i versi delle poesia russa verranno spesso evocati... pare ce ne sia uno adatto ad ogni situazione), la protagonista narratrice è meravigliosa e splendidamente femminile, lui, Ejnar, il suo amato, rimane giustamente un personaggio un po' incolore, sullo sfondo, speciale solo per il fatto di essere amato da lei... Non riceveremo spiegazioni da lui, né conosceremo il suo modo di pensare, ma è facile attribuirgli delle caratteristiche facendo la somma dei suoi comportamenti: in sostanza il perfetto prototipo di tutti gli uomini fedifraghi, vigliacchi ed egoisti, privi del benché minimo rispetto per gli altri (e mi sto ammirando da sola per il fatto di non usare parole più marroni) che però, ahimè, la nostra lei continua contro ogni evidenza ad amare... La triste verità è che, purtroppo e assurdamente, anche di questo genere di fanciulle esiste un prototipo... e la nostra eroina, in principio, sembra portata a ricalcarlo, nonostante molti “nonostante”, laddove invece alla fine...

Cortissimo, neanche ottanta pagine, più un racconto che un romanzo... ma colto, raffinato, ricco di eleganza, ma lungi dall'essere mera espressione di virtuosismo, è emozionante, intriso di sensibilità, di grazia, di passione... Ma pervaso di delicata razionalità.

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