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giovedì 12 febbraio 2015

Cellule cancerogene e sentimenti violenti


SABOTAGE
di David Ayer
(2014)

E se sei convinto di sapere che cosa trovarci, illudendoti di sapere quali ingredienti contiene ormai un film con Schwarzy, potresti sentir puzza di “sabotage” pure tu... Perché ti aspetti azione, muscolacci stagionati, rughe, battutacce, ironia, e di essere dalla parte dei buoni... Non è che manchi tutto: i muscolacci e le rughe ci sono, e anche l'azione, ma questa è innanzitutto un pellicola “cattiva”, che ti colpisce allo stomaco già dalle sue prime sequenze, in stile “Hostel”, con la moglie del protagonista torturata a morte. E quello che non vedi ti viene raccontato dopo... ed è persino peggio, perché te lo immagini, senza poter distogliere lo sguardo.
E poi, altra batosta, Schwarzy è dalla parte del male. Non nel senso implacabile di Terminator, ma in modo triste, banale, perché è un poliziotto – della DEA – corrotto. In teoria presto capiamo che è scusabile, ma... Non riusciamo proprio a mandare giù tutto. E okay, il film è più realistico... Ma mica lo volevi, tu, un film realistico: volevi Schwarzy!!!
E andando avanti non è che si migliori (beh, in realtà sì... poteva andare molti peggio: anzi, lo dico per il vostro benessere psichico: se vedete il blu-ray evitate i finali alternativi. Uccidono anche alla lontana l'idea di un riscatto).
Ma la pellicola non è terribile... E' esagerata, splatter, con alcune morti fantasiose... C'è Sawyer di “Lost” (Josh Holloway) in versione scura, c'è Michael sempre di “Lost” (Harold Perrineau), più simpatico – di meno era impossibile – e più giovanile, e la tizia di “The Killing” (Mireille Enos), nonché quel bel manzo ipertrofico di Joe Manganiello... Sparatorie, tensione, e un traditore da scoprire...
E magari pensi di sapere chi è, e probabilmente hai persino ragione, ma è come se ad un certo punto gli autori avessero cambiato idea e così all'improvviso la faccenda si complica, comincia lo sterminio... E l'agnizione finale potrebbe addirittura sorprenderti, in una certa misura...
A spaccare è soprattutto Mireille Enos, orribile e stridente, a tratti inguardabile, che ti vien voglia di sventrare per principio, ma pure la detective (Olivia Williams) non è male, ed è l'unico personaggio che alla fine davvero salveremmo...
In definitiva, un discreto film d'azione, pessimistico ed eccessivo, non eccelso ma nemmeno sgradevole, ed anzi con qualche momento felice, fatto di cellule cancerogene e sentimenti violenti...
Dopo la visione, potresti cominciare a diffidare del tuo frigorifero: finché non controlli, puoi non sapere che cosa contiene!

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